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Capitolo 4. La casa diventa museo. Il progetto di architettura.<br />

La casa di Claude Monet a Giverny.<br />

La disposizione odierna della dimora del pittore Claude Monet (1840 – 1926) a<br />

Giverny, ad eccezione di piccoli ampliamenti necessari per una migliore fruibilità<br />

del pubblico, corrisponde alla sistemazione pensata e realizzata dall’artista in un<br />

arco di tempo di più di quarant’anni, dal 1883, anno del suo arrivo a Giverny, al<br />

1926, data della sua morte. Questo luogo è una vera e propria fonte d’ispirazione<br />

per il pittore parigino, che si impone sulla scena internazionale grazie ai suoi<br />

dipinti incentrati sulle differenti fioriture delle piante.<br />

L’abitazione e il giardino dell’artista sono i veri protagonisti della vasta proprietà:<br />

la prima, su due piani, è preesistente all’arrivo dell’artista ed è affiancata ad<br />

ovest da un granaio che Monet utilizza per dipingere; il secondo, che si estende<br />

in direzione nord-sud su una superficie complessiva di circa due acri e mezzo,<br />

si interrompe nella parte più bassa per la presenza di una strada, un tempo<br />

affiancata dalla ferrovia. A poco a poco le modeste risorse finanziarie di Monet,<br />

crescono conseguentemente alla fama raggiunta, consentendogli di acquistare<br />

l’intera proprietà, inizialmente presa in affitto. Il giardino è ampliato oltre la strada<br />

con l’acquisto di un appezzamento di terreno interessato dal corso del fiume<br />

Epte: qui Monet, nel 1895, crea dal nulla uno stagno e costruisce un ponte in stile<br />

giapponese. Nelle immediate vicinanze del vecchio granaio egli fa costruire tre<br />

serre e un secondo studio, dotato di due stanze da letto e di una camera oscura<br />

per lo sviluppo delle fotografie. Il periodo passato a Giverny, a partire dal 1888<br />

per i successivi dieci anni, vede la realizzazione delle celebri serie dei Covoni, i<br />

Pioppi, le Cattedrali, le Mattinate sulla Senna, il Ponte giapponese, le Glicini e le<br />

Ninfee, oltre alle numerose visite di personaggi celebri come Cézanne, Renoir,<br />

Sisley, Pissarro, Matisse.<br />

L’ultimo atto del processo di trasformazione della proprietà si consuma tra il<br />

1914 e il 1915, con la costruzione di un ultimo atelier, posizionato ad est della<br />

casa e destinato alla produzione delle decorazioni di ninfee, una serie di tele di<br />

grandi dimensioni donate poi allo stato francese nel 1922. Dopo la scomparsa<br />

di Monet, la residenza di Giverny va incontro ad un lento declino, che culmina<br />

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Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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