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Capitolo 2. Dimore di uomini celebri, case di letterati, atelier d’artista.<br />

In questo breve testo la parola “casa” viene accostata alla parola “ritratto”, la<br />

casa d’artista come un autoritratto o una autobiografia è uno dei luoghi dove<br />

l’artista comunica espressamente un’immagine precisa di se stesso, costruisce<br />

e esibisce una definizione di sé che al tempo stesso rinvia a quella di un certo<br />

gruppo sociale (gli artisti) e ad una precisa cultura. L’artista figurativo, a differenza<br />

dello scrittore e del musicista, si esprime già in modo diretto attraverso le opere<br />

presenti nel suo studio e nella sua abitazione, dove è spesso implicito l’approccio<br />

espositivo.<br />

Proiettando sulla forma e sulla decorazione della casa d’artista un’immagine di<br />

sé, che corrisponda al proprio successo e alle proprie ambizioni, l’artista può<br />

compiere, come in un autoritratto, come in un’autobiografia, o in un trattato<br />

sull’arte propria, un’operazione squisitamente autorappresentativa. In questo<br />

caso la casa è un opera d’arte privilegiata, dato che in essa, l’artista è committente<br />

di sé stesso. L’atelier rappresenta la metafora di un universo esistenziale, opera<br />

essa stessa rivelatrice, come un manifesto di poetica, luogo di culto dell’artista<br />

che vi risiedeva.<br />

L’aspetto “autorappresentativo” della dimora come luogo d’affermazione sociale<br />

dell’artista, non può tuttavia essere considerato valido in assoluto. Se si analizza<br />

a fondo tutta la storia dell’arte si possono trovare antichi esempi di case dimesse<br />

e artisti solitari come il Pontormo59 , con la sua scala retrattile per segregarsi e<br />

fuggire i curiosi e gli importuni. Oppure grandi maestri della Modernità come<br />

Le Corbusier che occupava a Parigi un edificio al 35 di Rue de Sevres definito da<br />

Jerzy Soltan: “vecchio, fradicio, maleodorante e fatiscente. In cima alla seconda<br />

rampa, nella più completa oscurità, una porta immetteva in un lungo ambiente<br />

al di sopra della galleria: lo studio personale di Le Corbusier”.<br />

E’ inoltre da considerare che, come afferma lo studioso polacco Andrzej Pieńkos60 ,<br />

59 Vasari nel testo Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori 1906, a proposito della casa<br />

del Pontorno scrive “per una scala di legno, la quale, entrato che egli era, tirava su una carrucola,<br />

acciò niuno potesse salire da lui senza sua voglia o saputa”.<br />

60 Andrzej Pieńkos, L’artiste chez lui, inhumé. L’espace sanctifié, in AA.VV. Atti del convegno internazionale<br />

“Tra universo privato e spazio pubblico: case di artisti adibite a museo”, dell’Associazione<br />

224<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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