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Capitolo 1. La dimora storica. Un patrimonio diffuso nel territorio.<br />

Le strade della città, rese luride dalla pioggia, sono piene di veicoli e di persone<br />

di ogni razza, le case per lo più fatiscenti rispecchiano il predominio delle “nuove<br />

tecnologie”, che soffocano i palazzi facendo passare le tubazioni sulle facciate<br />

esterne. L’assenza totale del bello contribuisce a trasmettere allo spettatore la<br />

sensazione di claustrofobia.<br />

A Londra, al Barbican Center, nell’autunno 2010, la mostra “The Surreal House”<br />

ha ricostruito l’atmosfera della “casa surrealista” attraverso un’istallazione<br />

multimediale di forte impatto emotivo. I visitatori sono coinvolti in un labirinto<br />

di camere in cui fotografie, video, sculture, suoni e odori contribuiscono a<br />

ripercorre il filo narrativo di un allegorica dimora. L’ambizioso allestimento,<br />

curato da un gruppo di giovani architetti londinesi Carmody Groarke, espone 150<br />

opere di artisti e registi del Novecento quali: Salvador Dali , Marcel Duchamp,<br />

Alberto Giacometti, René Magritte, Man Ray, Joseph Cornell e Maya Deren;<br />

includendo le esperienze di architetti contemporanei, quali Coop Himmelb(l)au,<br />

Rem Koolhaas, Bernard Tschumi e Diller & Scofidio.<br />

La casa surrealista è dunque una scatola magica, un castello incantato, le sue<br />

stanze sono infestate da spettri, le forme sono deliranti, l’architettura è distrutta.<br />

Misteri ed enigmi, scatole e casseforti, signori e signore, corridoi e cunicoli, ieri<br />

e oggi, città e campagna, divengono termini per una nuova concreta narrazione,<br />

dove la realtà si fa simulacro di una bellezza tradita e sempre risorgente.<br />

L’esperienza di visita è onirica e incantata, a tratti giocosa e allegra, a tratti<br />

inquietante e angosciante; nulla è banale, tutto si muove in un unico respiro.<br />

La casa dunque non è rifugio, ma nemmeno una “macchina per vivere” come<br />

teorizzava Le Corbusier, ma piuttosto un “palcoscenico da vivere”, un teatro<br />

convulso, animato da fantasmi, passioni e desideri. Il risultato è un sogno,<br />

irrazionale e misterioso, che indaga attraverso un inconscio potere ipnotico,<br />

l’anima della dimora. 34<br />

34 Federica Arman, Visioni di case d’ieri. Nuovi significati internazionali per le case di domani, in<br />

“Area”, n. 112, settembre-ottobre 2010, p.125.<br />

64<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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