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Capitolo 4. La casa diventa museo. Il progetto di architettura.<br />

La casa di Pasquale Revoltella a Trieste.<br />

Il barone Pasquale Revoltella (1795 – 1869), personaggio molto attivo in campo<br />

economico e politico, affida all’architetto Friedrich Hitzig, allievo di Karl Friedrich<br />

Schinkel, l’incarico di redigere un progetto per una casa-museo, al cui interno<br />

il vero soggetto della mostra non sia la dimora in sé ma le opere contenute in<br />

essa.<br />

Il Museo Revoltella, nelle sue vesti attuali, occupa un intero isolato dell’antico<br />

Borgo Giuseppino nella città di Trieste, riunendo sotto un’unica istituzione<br />

museale i palazzi Revoltella, Brunner e Basevi. L’edificio, la cui esecuzione è<br />

affidata a Giuseppe Sforzi tra il 1854 e il 1858, si struttura in tre livelli: il piano terra<br />

è destinato allo svago e al tempo libero mentre il piano primo e secondo, che<br />

qui si trovano invertiti nella loro tradizionale posizione per destinazione d’uso,<br />

ospitano rispettivamente l’appartamento padronale e le sale di rappresentanza.<br />

Dopo la morte del barone, avvenuta nel 1869, su disposizione testamentaria che<br />

ne impone la conversione in museo pubblico, l’edificio viene donato al Comune<br />

di Trieste insieme ad una cospicua somma stanziata per la sua conservazione<br />

e l’arricchimento della collezione. Il Museo Revoltella apre ufficialmente nel<br />

1872. Le modifiche previste all’allestimento originario cominciano nel 1899<br />

con lo scopo di guadagnare nuovi spazi espositivi: si progetta una copertura in<br />

vetro per il cortile interno, si liberano dagli arredi le pareti del primo piano e si<br />

recuperano alcune sale al piano secondo. Nel 1907 viene acquistato l’adiacente<br />

Palazzo Brunner da destinarsi ad ampliamento delle collezioni. In seguito allo<br />

scoppio della guerra il progetto di trasformazione rimane fermo fino alla fine<br />

degli anni Venti, quando si decide per il recupero di un solo piano. Nel frattempo,<br />

i cambiamenti all’interno della vecchia casa baronale proseguono ininterrotti nel<br />

corso degli anni.<br />

Con il tempo la moderna struttura museale si estende, coinvolgendo anche gli<br />

adiacenti Palazzo Brunner e Palazzo Basevi, destinati rispettivamente a Museo<br />

d’arte moderna e uffici amministrativi. Il progetto generale è affidato nel 1963<br />

a Carlo Scarpa, che si occupa di riunire in un’unica entità tre stabili concepiti<br />

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Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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