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Capitolo 1. La dimora storica. Un patrimonio diffuso nel territorio.<br />

recitano in una rappresentazione quotidiana. L’opera è uno spaccato della casa<br />

urbana, “palcoscenico della vita vissuta, luogo ordinario di umori condensati,<br />

odori strappati alla rovina del tempo” 30 .<br />

La casa monumento, mausoleo, tomba.<br />

Un secondo ambito di approfondimento indaga la dimora come monumento,<br />

intoccabile e sacro.<br />

L’accento è posto sullo spazio della casa, del contenitore che diventa più<br />

importante del contenuto, inteso come rifugio, ma nello stesso tempo prigione<br />

eterna.<br />

Questa ricerca inizia descrivendo un luogo che non ricorda soltanto un grande<br />

uomo, ma piuttosto un’intera pagina di storia nazionale: il celebre Vittoriale,<br />

la dimora che il poeta Gabriele d’Annunzio sceglie a Gardone Riviera. Il poeta<br />

vi giunge nel 1920, con l’intenzione di ritirarsi in un luogo mistico. La casa di<br />

Cargnacco vede stravolte le sue originarie sembianze di casa contadina: nasce<br />

la Prioria, l’abitazione del poeta, il cui aspetto esteriore è quello di un palazzotto<br />

medievale e, allo stesso tempo, di un monastero. L’interno della dimora è<br />

composto da varie stanze, buie e grottesche, che si distinguono più per le<br />

sensazioni che suscitano che per la funzione svolta. Le stanze dai rivestimenti<br />

in legno e dai pesanti tendaggi, sono animate da oggetti mistici in un’atmosfera<br />

chiusa, segreta, soffocata si stratificano come ricordi di una vita di cui si consacra<br />

anche la più piccola testimonianza. Le decorazioni, gli addobbi, le strette finestre<br />

i cui vetri lasciano trapelare appena il chiarore, le massime impresse sulle porte,<br />

i soffitti decorati e le scritte sulle travi, i libri preziosi, i cimeli e le reliquie, tutto è<br />

coreografico: emblema e celebrazione. D’Annunzio stesso dice di aver raggiunto,<br />

al di là della vita, al di là della morte, un magico “terzo luogo” dove forse la<br />

materia non ha perso.. E’ l’assimilazione dell’habitat all’opera d’arte che fa<br />

della dimora un monumento perenne, selva di simboli in nulla dissimile da un<br />

30 Aldo Rossi, Teatro domestico, in Georges Teyssot, Paesaggio d’interni, Milano, Electa, 1987, p.<br />

35-38.<br />

58<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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