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Capitolo 1. La dimora storica. Un patrimonio diffuso nel territorio.<br />

questo modo l’ipotesi di uno spazio individuale e ponendo l’accento invece su<br />

quello collettivo. Scrive Alberti: “Se è vero il detto dei filosofi, che la città è come<br />

una grande casa... la casa a sua volta è una piccola città… E come nell’organismo<br />

animale... ogni membro si accorda con gli altri, così nell’edificio ogni parte deve<br />

accordare con le altre”. 5<br />

Con i trattatisti del secolo XVII sec, a poco a poco in sostituzione di utilitas<br />

si diffonde il concetto di comodità; l’accento viene posto sugli aspetti costruttivi<br />

e funzionali dell’organismo edilizio a discapito dell’ornamento e della bella forma.<br />

La dimora è pensata in modo da rispondere alle necessità e all’uso per cui è stata<br />

costruita, per il massimo conforto e per la massima convenienza di chi vi abita.<br />

Per Marc Antoine Laugier6 , la capanna primitiva, non è suscettibile di valore<br />

estetico, è una struttura pura priva di ornamenti, che ha solo una funzione<br />

strutturale. Per Laugier è importante dare e darsi una ragione di ciò che si fa,<br />

ritrovando in questo l’essenza del bello, la solidità, la funzionalità e il decoro<br />

dell’edificio.<br />

Sono i teorici del XIX secolo che pongono le basi per una nozione di casa giunta<br />

fino ai giorni nostri. La villa di campagna del Neoclassicismo inglese è un luogo<br />

raffinato per riposare e ricevere ospiti, è uno spazio di rappresentanza dove<br />

organizzare feste e vivere lontani dalla frenesia della città in una comunità<br />

serena e isolata. La dimora è uno spazio progettato per rispondere a delle precise<br />

esigenze ed aspettative, non risponde ad un disegno uniforme e prefissato.<br />

Per Emmanuel Viollet-le-Duc, nel Dictionaire7 , la casa è certamente ciò che<br />

caratterizza meglio le tradizioni, i gusti e gli usi di una popolazione. Il valore della<br />

casa risiede nella sua “ragionevolezza”, nell’applicazione dei principi sui quali<br />

si fonda, nel suo essere forma raggiunta. Lo spazio domestico non deve essere<br />

guidato da un disegno uniforme, ma deve prendere origine dalle abitudini<br />

5 Leon Battista Alberti, De Re aedificatoria, Firenze, 1452-1485.<br />

6 Marc-Antoine Laugier, Essai sur l’Architecture, Paris, 1753, ed. it. Palermo, Aesthetica, 1987.<br />

7 Eugène Emmanuel Viollet-Le-Duc, voce “Maison” in Dictionnaire raisonné de l’architecture française<br />

du XIe au XVIe siècle, Tome 6.<br />

44<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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