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Capitolo 2. Dimore di uomini celebri, case di letterati, atelier d’artista.<br />

La casa come spettacolarizzazione della vita privata.<br />

Nei decenni che seguono, l’interesse generale, in quanto espressione di una<br />

stessa tensione creativa personale, coinvolge sempre più sia l’opera che la<br />

vita. Molti gesti quotidiani sono oggetto di una stessa possibile esaltazione e<br />

spettacolarizzazione. L’artista cura personalmente l’allestimento di ogni singolo<br />

ambiente della sua dimora. Accumulando segni e stabilendo nuove relazioni<br />

visive, persino tra oggetti vetusti e di poco valore, magari in precedenza<br />

appartenuti a persone sconosciute, si contribuisce, nel generale collage di<br />

evocazioni, a suscitare un forte interesse e a provocare stupore nel visitatore. Il<br />

processo di teatralizzazione dell’esistenza artistica si sviluppa ovunque, sia nelle<br />

sale di ricevimento o negli spazi aperti già un tempo giudicati più rappresentativi<br />

del fasto di una dimora, sia tra i tavoli di lavoro di un imbrattato atelier dove<br />

l’artista riceve normalmente gli ospiti.<br />

Tra i più alti luoghi di rappresentazione di una vita d’arte, vi è la casa di<br />

Gabriele d’Annunzio (1863-1938) sul lago di Garda. Il Vittoriale degli italiani è<br />

una composizione di luoghi singolari che contribuiscono a celebrare la figura<br />

dell’onnipresente mitico abitante, in un processo di esaltazione e di dissipazione,<br />

che lambisce svariate tensioni ideali: dall’amor di patria al culto per le lettere,<br />

dall’indulgenza ai vizi alla riaffermazione dell’orgoglio nazionale.<br />

La fotografia dello studio dell’artista Mariano Fortuny (1871-1949) a Roma<br />

mostra il persistere della convinzione che all’ispirazione confaccia la sontuosità<br />

dell’ambiente, stracolmo di oggetti squisiti o soltanto doviziosi, ammassati con<br />

sfarzo bizantino, all’insegna di un horror vacui barbarico.<br />

In Spagna la dimora labirinto del pittore Salvator Dalì (1904-1989) a Portlligat, in<br />

riva al mare sulla Costa Brava, ha, invece, origine da due baracche di pescatori<br />

acquistate nel 1930. Nuovi ambienti dalle forme e dall’arredo più diversi ed<br />

eccentrici vengono dall’artista aggiunti, costituendo un bianco borgo dal vasto<br />

aspetto mediterraneo. Il pittore dichiarava “La nostra casa è cresciuta come<br />

una vera e propria struttura biologica, per gemmazione cellulare. Ad ogni<br />

nuova fioritura della nostra vita corrisponde una nuova cellula, una stanza”. Nel<br />

243<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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