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Capitolo 4. La casa diventa museo. Il progetto di architettura.<br />

La casa di Vincenzo Vela a Ligornetto di Mendrisio.<br />

La villa costruita dallo scultore Vincenzo Vela (1820–1891) a Ligornetto nasce dalla<br />

volontà di concepire una dimora all’interno della quale allestire una collezione<br />

intima, costituita dai gessi di gran parte della sua produzione artistica, da una<br />

serie di sculture e dipinti del fratello Lorenzo, da quadri, disegni e ceramiche<br />

del figlio Spartaco e da un certo numero di opere pittoriche e grafiche di artisti<br />

lombardi e piemontesi amici della famiglia.<br />

Vincenzo Vela, nato da una modesta famiglia di contadini in Svizzera, a soli dodici<br />

anni si stabilisce a Milano presso il fratello maggiore. Il suo precoce talento gli<br />

permette di lavorare come marmista alla fabbrica del Duomo, di frequentare<br />

l’Accademia di Brera e la Scuola di Ornato. In breve tempo il suo gusto si orienta<br />

verso un verismo che gli dà la possibilità di essere apprezzato dall’alta borghesia<br />

milanese. La storia della casa di Ligornetto comincia nel 1848, con l’acquisto<br />

da parte dello scultore di un terreno nelle vicinanze del nucleo del paese. Il<br />

progetto, inizialmente affidato all’architetto Cipriano Aimetti, è rielaborato<br />

dal collega ticinese Isidoro Spinelli, che si occupa dell’esecuzione dello stabile<br />

tra il 1862 e il 1865. L’edificio è caratterizzato da un asse centrale ripetuto su<br />

due livelli, costituito dalla successione, da nord verso sud, della Rotonda, della<br />

Sala ottagonale dei modelli, rispettivamente a doppia e tripla altezza, e da una<br />

coppia di sale analoghe, di cui quella al piano terreno funziona da Vestibolo. A<br />

ridosso della facciata occidentale si trovano le stanze private: al piano inferiore,<br />

si incontrano la Sala di compagnia, la Sala da pranzo, la Cucina e l’Atrio per le<br />

carrozze; superiormente si trovano la Camera da letto di Vincenzo e della moglie<br />

e la Stanza di Spartaco. Nella parte orientale, al piano terreno, si susseguono la<br />

Biblioteca, il Gabinetto delle stampe e lo Studio, ambienti che risentono molto<br />

dello spirito del loro proprietario. La sala ottagonale centrale, che insieme al<br />

Vestibolo è aperta ai visitatori a partire dal 1868, è testimone di un processo<br />

di musealizzazione la cui fine coincide col 1898, anno nel quale si istituisce il<br />

Museo Vela, nel rispetto della volontà testamentaria dello scultore ticinese,<br />

scomparso nel 1891. Gli anni a venire segnano irrimediabilmente l’allestimento<br />

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Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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