27.05.2013 Views

View/Open - DSpace@Unipr

View/Open - DSpace@Unipr

View/Open - DSpace@Unipr

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Capitolo 2. Dimore di uomini celebri, case di letterati, atelier d’artista.<br />

idee dell’artista sulla produzione e la presentazione delle sue opere e diventa<br />

un luogo di fruizione dell’arte autentico e spontaneo. Secondo Judd, in questo<br />

modo, l’opera ritorna al luogo della sua produzione, perché solo nel contesto<br />

spaziale dell’artista essa può esprimersi in modo corretto. Coinvolgendo sempre<br />

nuovi artisti, Judd applica i suoi ideali ad una dimensione più ampia, come teoria<br />

universale della percezione artistica.<br />

Il progetto per un nuovo ambiente di lavoro per lo scultore Antony Gormley<br />

(1950) è realizzato, invece, dall’architetto David Chipperfield nel 2003 a Londra,<br />

in un contesto costituito da edifici industriali e binari ferroviari in disuso. La<br />

struttura, nella sua linearità e pulizia formale, è concepita per soddisfare le<br />

esigenze dell’artista in tutte le fasi del processo creativo. Lo stabile è semplice<br />

nella sua concezione strutturale e racchiude in sé una vasta gamma di spazi grandi<br />

e piccoli, adatti sia per costruire grosse installazioni, che per pensare a future<br />

opere d’arte. La modularità è l’elemento principale di tutto il progetto e l’edificio,<br />

nella sua sobrietà di facciata, è segnato dal ritmo costante della copertura e dalla<br />

presenza di due scale esterne in acciaio, che conducono al piano superiore. Lo<br />

studio principale dell’artista, a doppia altezza, si pone come elemento di rottura<br />

all’interno della normale divisione degli spazi, in questo modo il piano terra è<br />

percorribile lungo tutta l’estensione dell’edificio, mentre il piano superiore, più<br />

riservato, è spaccato in due settori laterali non comunicanti tra loro e raggiungibili<br />

unicamente dalle due scale esterne. In particolare il lato ovest, destinato ad<br />

un’attività unicamente intellettuale, accoglie due studi privati, mentre il lato est<br />

ospita una sala riunioni, un ufficio e uno studio fotografico.<br />

L’artista Richard Prince (1948) 62 proprietario dal 1996 di una vasta tenuta<br />

a Rensselaerville, nello Stato di New York, trasforma un complesso di<br />

edifici preesistenti in un luogo unico nel contesto dell’arte contemporanea,<br />

contaminazione di interventi architettonici e opere artistiche.<br />

Nell’iter creativo di Prince risultano essenziali la scelta e la combinazione spaziale<br />

62 Richard Prince, Richard Prince: The Second House, New York, Walther Konig 2005.<br />

247<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!