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Capitolo 2. Dimore di uomini celebri, case di letterati, atelier d’artista.<br />

7.6. L’albergo di soggiorno e il caffè letterario.<br />

Se la maggior parte delle famiglie borghesi del Novecento cerca la privacy nella<br />

propria stanza e nella propria casa, alcuni artisti e letterati si rifugiano in altri<br />

ambiti, preferendo alla tranquillità della dimora stanziale, l’avventura nomade<br />

dei viaggi, delle stanze d’albergo e la vivacità delle sale da caffè e dei club di<br />

soggiorno.<br />

“Come altri uomini tornano al focolare dalla moglie e dal bimbo, così io torno alla<br />

luce e alla Hall, dalla cameriera e dal portiere” scriveva lo scrittore Joseph Roth,<br />

che dopo il crollo dell’Impero Asburgico elesse a nuova patria la frequentazione<br />

degli alberghi. Anche lo scrittore Vladimir Nabokov scelse di trascorrere in vari<br />

Hotel i suoi ultimi sedici anni di vita. E ovunque Klaus Mann soggiornasse – ricorda<br />

suo padre Thomas – trasformava immediatamente l’anonima stanza in zona<br />

lavoro personalizzata: “appendeva dei quadri, allineava alcuni libri, distribuiva<br />

delle foto. E poi subito si sedeva di fronte alla macchina da scrivere”.<br />

Il filosofo francese Jean-Paul Sartre e la scrittrice Simone de Beauvoir preferivano<br />

lavorare nei caffè di Parigi. Sartre disse esplicitamente che non avrebbe mai<br />

sopportato di possedere un appartamento con dei mobili e preferiva vivere in<br />

albergo. C’era chi sceglieva di vivere in albergo e anche chi sceglieva di morirci.<br />

Importanti letterati come Walter Benjamin, Joseph Roth e Cesare Pavese finirono<br />

i propri giorni in una stanza d’hotel.<br />

L’albergo, nelle sue varie categorie, serve i viaggiatori, diventa molto spesso luogo<br />

letterario e spazio mitico ove nascono intrighi e storie d’amore veri o presunti.<br />

Lo stesso sfondo del grande albergo, teatro di vita collettiva, diventa occasione<br />

per esibire pubblicamente momenti di vita privata.<br />

Sigmund Freud fu sospettato di sostare in un albergo in compagnia della cognata<br />

Minna e il New York Times pubblicò la foto della camera incriminata. Poi si scoprì<br />

che la camera non era affatto quella dove Freud pernottò.<br />

La storia degli alberghi e degli hotel ha un’evoluzione complessa: all’inizio<br />

sporcizia, promiscuità e servizi igienici assolutamente inadeguati, poi, pian piano,<br />

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Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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