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Capitolo 6. La collezione della casa diventa museo. Il progetto di allestimento.<br />

La casa di Thomas Mann a Lubecca.<br />

La casa natale dello scrittore Paul Thomas Mann si trova nel centro storico<br />

della città di Lubecca, in Mengstrasse. Mann si dedica fin da giovanissimo al<br />

giornalismo e alla produzione letteraria scrivendo romanzi e racconti, nel 1929<br />

ottiene il Premio Nobel per la letteratura.<br />

La casa della famiglia Mann, alla morte degli eredi, viene venduta e subisce dal<br />

1891 in poi numerose trasformazioni, nel 1942 viene quasi interamente distrutta<br />

sotto un bombardamento.<br />

Nel 1993 la dimora viene ricostruita e trasformata in museo dedicato alla vita<br />

e all’opera degli scrittori Thomas e Heinrich Mann. Nel 2000 l’edificio viene<br />

completamente ristrutturato adattandolo ad una duplice funzione: di museo<br />

letterario e luogo di memoria. Il progetto architettonico e l’allestimento sono<br />

opera dello Studio Andreas Heller di Amburgo.<br />

Il percorso allestitivi si divide in tre parti. Al piano terra dell’edificio si trova<br />

una mostra documentaria che racconta attraverso lettere, commentari e prime<br />

edizioni la vita e l’opera degli scrittori Thomas e Heinrich Mann. In questa parte<br />

del museo sono esposte numerose fotografie e altri documenti, compreso il<br />

certificato di Thomas Mann per la vittoria del Premio Nobel. Al secondo piano<br />

sono esposti documenti relativi alla composizione e alla fortuna critica dell’opera<br />

principale scritta da Thomas Mann I Buddenbrook, alla quale è dedicato anche<br />

il museo. Infine il percorso espositivo si conclude con una sala fortemente<br />

evocativa che culmina nella “messa in scena di un luogo autentico”, separato con<br />

una parete in vetro dal resto dell’allestimento. L’ambiente ricostruisce due luoghi<br />

descritti da Thomas Mann nel suo celebre romanzo “la sala dei paesaggi” e “la<br />

sala con figure di dei”; dalla letteratura vengono le indicazioni di regia che hanno<br />

guidato l’allestimento. Il visitatore entra nella sala, partecipando alla scena e<br />

riempiendola di vita, sentendosi parte di un palcoscenico fisso ed eterno. I mobili<br />

e gli oggetti coperti da teli bianchi, pronti per il trasloco e provvisti di targhette<br />

su cui è segnata la nuova destinazione creano grande patos e rappresentano<br />

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Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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