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Capitolo 7. Linee guida per la costituzione di un nuovo museo.<br />

percezione, l‘integrale godimento dei materiali esposti, e quella, contemporanea<br />

ma esattamente antitetica, di difendere la opera ed i reperti proprio dalla luca,<br />

limitando i tempi di esposizione, per eliminare o ridurre drasticamente gli affetti<br />

più negativi della componenti ultraviolette ad infrarosse, tipiche dello spettro<br />

della varie sorgenti luminose, principali responsabili dal degrado, unitamente<br />

alla condizioni termoigrometriche dall’ambiente espositivo.<br />

Il controllo di questi aspetti diventa dunque condizione basilare ed irrinunciabile<br />

per la conservazione nel tempo del patrimonio museale.<br />

Sul piano applicativo, volendo riportare una breve sintesi sono tre i meccanismi<br />

possibili di illuminazione dagli spazi museali: illuminazione solo naturale, solo<br />

artificiale, mista.<br />

Analogamente tre sono le tecniche fondamentali d’impiego della sorgente<br />

luminosa artificiale in un dimora storica museo: in semplice sostituzione degli<br />

originali corpi illuminanti (le candele dei grandi lampadari antichi posti a soffitto<br />

o a parata), con proiettori esterni, generalmente non in vista, capaci di conservare<br />

in qualche modo la stessa provenienza dei raggi solari; con corpi illuminanti<br />

interni, caratterizzati da luce diretta, indiretta o mista o collocati a pavimento, a<br />

parete o a soffitto.<br />

Partendo dal tipo, dimensione e distribuzione dei materiali da esporre, il progetto<br />

illuminotecnico stabilisce i livelli di illuminamento consentiti e la qualità di luce<br />

richiesta, risalendo da qui al tipo di lampada ed al flusso luminoso globale e,<br />

infine, al tipo, al numero ed alla distribuzione ottimale degli apparecchi luminosi<br />

necessari.<br />

I livelli massimi di illuminamento consentiti, stabiliti da una consuetudine ancora<br />

in parte empirica, sono tabellati in funzione della natura più o meno delicata<br />

e deperibile dei materiali da esporre e solo di recente al concetto di intensità<br />

massima comincia ad essere scientificamente associato quello di durata, sotto<br />

forma di quantità globale annua di illuminazione ammessa, espressa in megalux<br />

per ore per anno.<br />

Il risultato ottico dell’illuminazione prevista dipende ovviamente non solo dalle<br />

721<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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