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Capitolo 2. Dimore di uomini celebri, case di letterati, atelier d’artista.<br />

dell’intero processo di ideazione e realizzazione. Pur tuttavia i modi di vita degli<br />

abitanti della comune rappresentano istanze che l’ambiente conservatore e<br />

piccolo borghese della città avverte come scandalose: si praticano idee di riforma<br />

di vita che esaltano il ritorno alla natura, una dieta vegetariana, l’adozione della<br />

medicina omeopatica, la pratica del nudismo.<br />

Nel 1925 a causa di continui contrasti con la popolazione Gropius trasferisce la<br />

scuola a Dessau e qui con la collaborazione di Ernst Neufert, costruisce un vero e<br />

proprio villaggio. Il progetto prevedeva la realizzazione una casa per il direttore e<br />

tre case doppie per alloggiare i professori della scuola, in un’area verde alberata<br />

posta a pochi centinaia di metri dal celebre edificio scolastico.<br />

Il villaggio costituito da singolari piccoli edifici, per lungo tempo dimenticati,<br />

oggi è inserito nell’Elenco mondiale degli edifici Patrimonio dell’Umanità (World<br />

Heritage List dell’UNESCO) assieme alla stessa sede della prestigiosa scuola.<br />

A Weimar le abitazioni di Gropius sono progettate in modo razionale, sia<br />

nell’organizzazione degli spazi, sia nella dotazione di tecnologie, secondo principi<br />

che permettevano agli abitanti di giovarsi dei più raffinati sistemi di confort<br />

allora disponibili. Gli spazi della casa del direttore hanno una distribuzione<br />

diverso rispetto agli altri edifici: l’immobile è organizzato su due livelli più un<br />

piano seminterrato in cui si trovavano gli alloggi per il portiere e per la servitù.<br />

Ai piani superiori sono disposti il soggiorno, lo studio e le camere per gli ospiti<br />

e gli abitanti. Gli incastri dei volumi cubici che compongono la forma definita<br />

hanno permesso di ricavare grandi terrazze agibili mediante ampie finestre che<br />

illuminano gli ambienti retrostanti.<br />

Le case dei professori presentano, invece, piante speculari, accostate fra loro, con<br />

grandi atelier luminosi a doppia altezza inseriti nel nucleo centrale e adiacenti<br />

l’uno all’altro, mentre i locali di soggiorno, lo studio, le camere e i servizi sono<br />

disposti verso l’esterno, oltre la zona del corpo scala. I luoghi di lavoro sono<br />

illuminati da grandi vetrate a tutta altezza, sempre orientate a nord, attraverso le<br />

quali si ha una splendida vista sul verde circostante. Ogni atelier è dotato, lungo<br />

il lato non finestrato, di un piccolo soppalco utilizzato come deposito ed è dipinto<br />

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Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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