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Capitolo 7. Linee guida per la costituzione di un nuovo museo.<br />

pochi esemplari di animali impagliati. L’ossatura lignea avvolgente volutamente<br />

propone la forma di una chiglia di un’ipotetica Arca di Noè.<br />

A Pontedera il Museo della Fabbrica Piaggio, propone un accattivante<br />

allestimento, che ricalca il principi del museo positivista. Gli oggetti divisi per<br />

sezioni sono disposti in modo seriale uno accanto all’altro: motori e poster, pezzi<br />

unici e originali, veicoli a due ruote e documenti di ogni tipo. In particolare gli<br />

esemplari di motociclette sono raccolte in una grande vetrina contemporanea<br />

retroilluminata, che definisce e delimita uno spazio architettonico coerente ed<br />

efficace.<br />

Terzo modello.<br />

Società / Pubblico. Il percorso espositivo come spazio didattico e divulgativo.<br />

Il terzo modello teorico considera il museo come un laboratorio didattico, il cui<br />

compito è educare la società. Il valore primario è la comunicazione diretta e<br />

semplificata e la divulgazione del sapere. Nell’allestimento il supporto didattico<br />

prevale sull’opera e in alcuni casi la sovrasta.<br />

Nella seconda metà del Novecento si abbandona la certezza di un museo<br />

gerarchizzato “luogo sacro”, che incute timore e trasmette la natura ordinatrice<br />

del potere, e si inizia a considerare la possibilità di progettare un luogo che si<br />

plasma secondo le necessità e le aspirazioni del visitatore.<br />

Il museo non è più solo un luogo adatto a persone erudite, ma deve dialogare<br />

e raccontare qualcosa a tutti: bambini, disabili, immigrati, individui con bagagli<br />

sociali e culturali diversi; poiché la sua funzione primaria è la “didattica”,<br />

l’“insegnamento”, l’“educazione” e la “comunicazione” rivolta a diversi tipologie<br />

di pubblico.<br />

Luigi Salerno nella voce “Museo” dell’Enciclopedia Universale dell’Arte,<br />

pubblicata nel 1963, scrive: “Tre sono gli scopi fondamentali del museo pubblico:<br />

conservazione, documentazione, educazione. Bisogna pensare al fatto gravissimo<br />

dell’effetto provocato nel pubblico da una serie interminabile di opere, avulse dal<br />

694<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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