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Capitolo 4. La casa diventa museo. Il progetto di architettura.<br />

Il museo di Alberto Burri negli ex siccatoi del tabacco a Città di Castello.<br />

La Fondazione Albizzini collezioni Burri, istituita nel 1978 da Alberto Burri,<br />

costituisce l’unica raccolta completa delle molteplici opere dell’artista umbro. La<br />

collezione, composta da più di duecentociquanta opere d’arte, è esposta in due<br />

sedi separate: a Palazzo Albizzini, primitivo nucleo della fondazione, e presso gli<br />

ex siccatoi del tabacco, di più recente acquisizione.<br />

Palazzo Albizzini, edificio rinascimentale del XV secolo, ospita in venti sale<br />

un’antologia di opere del periodo compreso fra il 1949 e il 1989.<br />

Negli ex siccatoi del tabacco, inaugurati nel 1990, sono presentati, su una<br />

superficie di settemilacinquecento metriquadri, i cicli pittorici e le sculture<br />

realizzati fra il1974 e il1993.<br />

Il complesso è costituito da edifici industriali edificati fra il 1950 e il 1960 dalla<br />

Fattoria Autonoma dei Tabacchi al fine dell’essiccazione del tabacco tropicale,<br />

coltivato ricreando artificialmente le condizioni di caldo umido indispensabili<br />

alla sopravvivenza delle piante. Gli impianti produttivi e le maestranze sono<br />

impiegati anche nel 1966, in occasione dell’alluvione che devasta Firenze, per<br />

prosciugare molti libri della Biblioteca Nazionale Centrale, alcuni carteggi del<br />

Tribunale e della società la Nazione. Negli anni 70 la coltivazione del tabacco<br />

non risulta più redditizia e la struttura è dismessa. La possibilità di poter allestire<br />

ambienti di grande dimensione, totalmente liberi da strutture portanti, attrae<br />

Alberto Burri che ottiene un capannone in uso gratuito. Nel 1979 vi presenta<br />

il ciclo pittorico denominato Il Viaggio. Solo nel 1989 la Fondazione Albizzini<br />

acquisisce l’intero complesso e affida agli architetti Alberto Bacchi e Tiziano<br />

Sarteanesi la ristrutturazione e la successiva trasformazione in museo. La<br />

nuova sede espositiva comprende anche un parco dove sono esposte alcune<br />

sculture in metallo, realizzate fra il 1980 e il 1990. la trasformazione dei diversi<br />

capannoni industriali è diretta dallo stesso Alberto Burri: le opere esposte,<br />

per la maggior parte di grande formato, sono allestite in undici sale, ciascuna<br />

delle quali corrisponde a una campata di capannone. Le sale sono delimitate<br />

dalla struttura portante che sorregge le coperture a falde e comunicano per<br />

495<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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