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Capitolo 2. Dimore di uomini celebri, case di letterati, atelier d’artista.<br />

della poetessa e del marito Harold Nicolscon circondata da un ampio giardino,<br />

più volte protagonista di romanzi e narrazioni. Come scrive Vita “il giardino è<br />

una vera e propria opera scritta a due mani dai coniugi, il più grande dei loro<br />

capolavori”.<br />

Il giardino viene concepito come un racconto, composto da dieci distinte<br />

“stanze”, ognuna caratterizzata da un nome e da un autonomo equilibrio formale<br />

ed estetico: si passa quindi dal “giardino bianco” caratterizzato da tonalità<br />

fredde e sfumature bianche e grigie al “giardino rosso” contraddistinto da colori<br />

caldi, essenze arancioni e gialle. Il roseto che si arrampica sui muri del cottage<br />

raggruppa un’infinità di specie antiche e ricercate, mentre il giardino di erbe<br />

aromatiche emana profumi esotici e lontani.<br />

La tenuta viene aperta al pubblico per la prima volta nel 1938 quando la scrittrice<br />

è ancora in vita, dal 1967 è proprietà del National Trust. Durante l’estate il<br />

giardino, perfettamente mantenuto con altrettanta perizia botanica ed artistica,<br />

viene animato da letture e manifestazioni letterarie.<br />

302<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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