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Conclusioni. Dalla “casa come me” alla “casa di tutti”.<br />

del quale abbia studiato il piano un sapiente architetto.<br />

A partire da questo primo nucleo di conoscenze, in parallelo si sono sviluppati<br />

altri studi, che hanno collegato il punto di vista della permanenza della collezione<br />

alla conoscenza del territorio. E’ stata individuata una relazione tra il luogo chiuso<br />

della dimora museo (l’abitazione e il progetto d’architettura) e il luogo all’aperto,<br />

immediatamente contiguo (il giardino) e progressivamente più lontano (il<br />

paesaggio). La ricerca considera luoghi degni di interesse anche paesaggi esterni<br />

alle case, come cortili, orti, giardini, piccoli parchi, viottoli di campagna o sentieri<br />

tra i boschi, che hanno assunto una valenza speciale perché un tempo erano la<br />

meta della passeggiata di un poeta, la radura di sosta di un musicista ispirato,<br />

l’ambiente naturale decantato da un naturalista. Al pari dei cosiddetti “spazi<br />

d’autore”, questi luoghi di vita quotidiana, apparentemente dimessi, meritano di<br />

essere considerati un bene culturale e, come tali, meritano di diventare parte un<br />

articolato percorso museale di visita.<br />

A partire da una scelta di tutela, con il passare del tempo prende forma un<br />

patrimonio comune di stanze, di case, di paesaggi, ritenuti “teatri della memoria”<br />

che contribuiscono a salvaguardare la tradizione di un popolo o a perpetuare<br />

l’essenza di un mito, a vantaggio sia delle generazioni presenti, che delle<br />

future. In tal modo questi luoghi non sono conservati solo per meriti artistici<br />

riconoscibili, ma, prevalentemente perché sono stati testimoni di alterne vicende<br />

della storia, privata e pubblica, in grado di esprimere valori storici collettivi da<br />

tutti condivisi.<br />

Questioni aperte e difficoltà affrontate.<br />

Una delle principali difficoltà riscontrate nel corso della ricerca ha riguardato<br />

la disorganicità del materiale di studio. Vi è innanzitutto, al di là delle molte<br />

pubblicazioni, la mancanza di una tradizione diffusa di studi organici. Questo<br />

fatto deriva dalla interdisciplinarità richiesta dalla materia che deve coinvolgere<br />

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Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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