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Capitolo 1. La dimora storica. Un patrimonio diffuso nel territorio.<br />

1.1. Storia dell’abitare. Breve excursus sulle diverse forme del vivere privato.<br />

“L’architettura della casa si specchia nel tempo.<br />

Le facce di ogni epoca si riflettono<br />

nella sua architettura.<br />

Simili reazioni si stabiliscono fra tempo<br />

e architettura, come fra mare e cielo.”<br />

Alberto Savino, 1984<br />

Il termine “casa” da casula, capanna rappresenta la più primordiale idea<br />

architettonica, la configurazione spaziale più vicina e la più utile all’esistenza;<br />

essa offre rifugio e protegge l’uomo dall’ambiente esterno, come una terza pelle<br />

dopo l’epidermide e il vestito. Indipendentemente dal luogo geografico, dal<br />

tempo storico e dalle classi sociali, essa è la condizione basilare per svolgere<br />

un’esperienza carica di significati e di aspettative.<br />

In principio, all’epoca dell’antica Roma, la “casula” era l’abitazione di campagna<br />

con caratteristiche rurali, in contrapposizione al termine “domus”, che indica<br />

invece la dimora di città. Nel Medioevo il progressivo peggioramento delle<br />

condizioni di vita e la riduzione delle attività economiche, porta ad una evidente<br />

riduzione delle dimore in pietra e ad una maggiore affermazione delle casa in<br />

legno e argilla. Intorno al X secolo le uniche costruzioni in muratura sono i castelli<br />

e le chiese. Nella città la chiesa si distingue talmente per le sue dimensioni e per<br />

la solida struttura, da essere la sola casa a meritare il termine “domus”, ovvero<br />

Casa del Signore, da cui “duomo”.<br />

Secondo Vitruvio, in De Architectura, l’origine e l’essenza dell’architettura è da<br />

ricercare nella capanna primitiva, l’archetipo della casa, che si configura come<br />

imitazione della natura con la finalità primaria di proteggere il focolare. I teorici<br />

del Rinascimento abbandonano questa posizione, per avvicinarsi, invece, ad un<br />

modello antropocentrico, in cui l’uomo non imita la natura ma crea l’architettura.<br />

Leon Battista Alberti, ripreso anche da Andrea Palladio4 , afferma che la casa è<br />

una piccola città e l’intera città è la vera casa dei suoi abitanti, minimizzando in<br />

4 Andrea Palladio, I Quattro Libri dell’Architettura, Venezia, Domenico de’ Franceschi, 1584.<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.<br />

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