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Capitolo 4. La casa diventa museo. Il progetto di architettura.<br />

applicativi per diventare un progetto compiuto. Una prima fase prevede una<br />

garbata, ma ben mirata, selezione dei segni, condotta in modo da semplificare<br />

i messaggi comunicativi. Si inizia così a sfoltire la scena, esercitando un giudizio<br />

soggettivo nella scelta degli oggetti, selezionati nella grande massa di quelli<br />

conservati. In una seconda fase, si operano eleganti integrazioni ricollocando<br />

meglio importanti opere provenienti anche da altri luoghi domestici, deputati per<br />

esempio allo svago, al lavoro o, addirittura da altre case. Più avanti, si organizza<br />

meglio una sorta di messa in scena collettiva, per esempio, accentuando al<br />

massimo l’uso funzionale di un particolare spazio domestico, in modo da dare<br />

meglio testimonianza di un originale modo di vivere, che in quella stanza o<br />

in quella sala è stato inventato e perfezionato e di cui, attraverso altri mezzi<br />

esterni, letterari, pittorici, cinematografici, si è venuta, in parallelo, a consolidare<br />

un’autonoma fama popolare.<br />

In questi progetti, dunque, viene mantenuto invariato il luogo e l’architettura, ma<br />

muta la collezione della casa e l’allestimento. Non per forza deve essere esposto<br />

tutto e non tutte le stanze devono avere uguale importanza nella ricostruzione<br />

della vicenda.<br />

Di questo si indaga nelle schede di seguito riportate, che raccolgono testimonianze<br />

su alcune reinvenzioni di case. In particolare si sono selezionati due gruppi diversi<br />

di ricostruzioni, che affrontano il problema da due punti di vista molto distanti.<br />

I primi due esempi fanno riferimento alla progettazione di allestimenti che<br />

rievoca uno spazio esistito, mediante l’utilizzo di oggetti che richiama contenuti<br />

simbolici; nel percorso espositivo si ricorre a copie ed originali, che si fondono<br />

con lo scopo di ricreare un’atmosfera passata.<br />

Il primo caso riguarda la casa di Claude Monet a Giverny in Francia, trasformata<br />

di recente, anche con gli interventi di Gerald van der Kemp, Gilbert Vahé e<br />

Georges Luquiens. Resta confermata la sede originaria e si propone un nuovo<br />

allestimento della collezione, con una forte scelta di spettacolarizzazione. La<br />

ricostruzione degli spazi interni, delle decorazioni alle pareti, degli arredi è anche<br />

troppo verista.<br />

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Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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