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Capitolo 4. La casa diventa museo. Il progetto di architettura.<br />

Il museo di Marino Marini nell’ex chiesa San Pancrazio a Firenze.<br />

La chiesa sconsacrata di San Pancrazio a Firenze ospita il museo Marino<br />

Marini, commissionato dall’omonima fondazione di Pistoia, città natale dello<br />

scultore toscano, agli architetti Lorenzo Papi e Bruno Sacchi, a partire dal 1982.<br />

L’antico complesso religioso, sviluppatosi notevolmente durante il Trecento e il<br />

Quattrocento, grazie anche alla generosa disponibilità di alcune famiglie nobiliari<br />

fiorentine, affonda le proprie origini nel lontano IX secolo, per poi meglio definirsi<br />

intorno all’anno Mille. La struttura perimetrale odierna deriva in gran parte dalle<br />

sistemazioni avvenute durante I secoli XIV e XV: a quei tempi la grande aula,<br />

inizialmente coperta con capriate a vista, ha un impianto a croce latina, con un<br />

transetto dotato di cappelle.<br />

Verso la seconda metà del XV secolo, su progetto di Leon Battista Alberti, si<br />

realizza la Cappella Rucellai, inclusa all’interno del corpo principale della chiesa.<br />

Nel corso del XVIII secolo l’edificio si trasforma secondo il progetto dell’architetto<br />

Giuseppe Ruggeri: si realizzano una volta a botte in sostituzione della precedente<br />

capriata e una cupola in corrispondenza del transetto. L’editto napoleonico del<br />

1808, con il quale si sanciscono la soppressione degli ordini religiosi e la confisca<br />

dei rispettivi beni e conventi, segna il destino di San Pancrazio: la chiesa è<br />

sconsacrata, gli arredi sono venduti all’asta e l’intero stabile diventa sede della<br />

Lotteria Imperiale di Francia; nel corso dell’Ottocento, prima la Pretura, poi la<br />

Reale Manifattura Tabacchi vi si stabiliscono, con una serie di manomissioni alla<br />

struttura originaria, che portano alla suddivisione della navata in più piani, per<br />

mezzo di solai metallici che oggi fanno parte del percorso espositivo.<br />

All’interno di questo straordinario monumento si stabilisce il Museo intitolato<br />

a Marino Marini, scultore molto attivo nel panorama artistico internazionale<br />

del Novecento. In contatto con artisti del calibro di De Pisis, Picasso, Braque, de<br />

Chirico, Kandinsky, Marini si distingue per il dinamismo delle sue opere, vicine<br />

alle avanguardie di Boccioni e Medardo Rosso, e molto legate ai ricordi della<br />

sua giovinezza. Il nuovo intervento mira a recuperare uno stato dell’edificio che<br />

sia il più possibile vicino alla destinazione d’uso originaria di luogo di culto, nel<br />

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Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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