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Capitolo 4. La casa diventa museo. Il progetto di architettura.<br />

La casa di Pompeo Mariani a Bordighera.<br />

La dimora e il grande atelier del pittore lombardo Pompeo Mariani (1857 –1927)<br />

si trovano a Bordighera (Imperia). La conoscenza della Riviera Ligure di Ponente,<br />

da parte dell’artista si può datare al 1889, quando egli conosce a Bordighera, la<br />

sua futura sposa Marcellina Caronni, con la quale convolerà a nozze nel 1907.<br />

Qui nel 1909 Mariani acquista una piccola Villa, grazie alla mediazione dell’amico<br />

architetto Rodolfo Winter. Qui avviene l’incontro anche con la comunità inglese,<br />

che a partire dal 1860, sulla scia della pubblicazione del “Dottor Antonio” di<br />

Giovanni Ruffini, aveva quasi preso possesso del piccolo borgo rivieresco.<br />

Accolto con favore dai più importanti personaggi di tale comunità, ben presto<br />

entra in relazione con la Contessa Fanshave, nobildonna inglese, grande<br />

benefattrice vendendole numerosi quadri. La stessa madame Fanshave nel 1885<br />

aveva fatto costruire su progetto dell’architetto Charles Garnier (1825-1898),<br />

ideatore dell’Opera di Parigi, il piccolo cottage che diviene poi Villa Mariani.<br />

Dopo l’acquisizione del 1909, Mariani incarica lo stesso Rodolfo Winter di<br />

ampliare l’edificio, con l’aggiunta di un ampio corpo laterale, di un piano<br />

superiore e la chiusura di un piccolo terrazzo. Tra il 1909 e il 1911 un susseguirsi di<br />

artisti contribuiscono all’abbellimento della costruzione. Gli interni della dimora<br />

si arricchiscono di suppellettili di pregio e di opere varie di pittura, scultura e<br />

arti minori. Nel 1911 Mariani decide di far costruire il grande atelier staccato ed<br />

autonomo denominato “Specola”, sempre da parte dell’amico architetto Winter,<br />

e ne segue giorno per giorno la costruzione. Dopo la morte dell’artista l’atelier<br />

viene completamente vuotato. Solo dopo settant’anni, dopo una lunga e attenta<br />

ricerca, grazie a fotografie dell’epoca, buona parte degli oggetti e degli arredi<br />

originali vengono riuniti e ricollocati nello studio, filologicamente restaurato.<br />

Il restauro, durato circa due anni, interviene sia all’esterno che all’interno,<br />

mettendo a norma l’edificio per la sua apertura al pubblico, curando ogni minimo<br />

dettaglio. Con l’uscita dall’oblio, la dimora, con l’atelier e il parco, è diventata<br />

una ben conservata casa museo, una testimonianza di cultura e di arte della<br />

comunità di intellettuali presenti in Riviera Ligure e in Costa Azzurra.<br />

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Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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