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Capitolo 2. Dimore di uomini celebri, case di letterati, atelier d’artista.<br />

La casa del pittore Gustave Moreau a Parigi contiene dei veri e propri mobili<br />

progettati dall’artista per esporre e contenere i suoi bozzetti e gli schizzi<br />

delle sue più importanti opere. Un’apposita teca in legno girevole, costituita<br />

da ante in vetro, permette di sfogliare come un libro i disegni del maestro,<br />

proteggendoli dalla luce e dall’usura del tempo. All’interno di alcune bacheche,<br />

poste al centro dell’atelier, sono invece contenuti bozzetti in terra cotta di<br />

cavalli e figure anatomiche.<br />

L’intonaco della casa dipinto dall’artista<br />

Un ultimo ambito di riflessione, spesso non adeguatamente dibattuto e<br />

considerato nei progetti di trasformazione e valorizzazione della dimora d’artista,<br />

riguarda la possibilità molto frequente che le pareti dell’atelier siano state dipinte<br />

direttamente dal maestro.<br />

Soprattutto se si tratta di uno studio di un pittore, la possibilità che il colore caldo<br />

degli intonaci e che il motivo morbido delle decorazioni parietali sia eseguita<br />

dallo stesso artista non è remota. Quando ciò avviene è necessario considerare<br />

gli intonaci della dimora come vere e proprie opere d’arte, conservandoli e<br />

valorizzandoli come testimonianze dell’esperienza dell’artista.<br />

I lavori di restauro dell’atelier del pittore Giuseppe Pelizza da Volpedo hanno<br />

riportato le pareti alla colorazione data dall’artista, togliendo a bisturi strati<br />

sovrapposti di colori e ritrovando la tonalità scura e calda voluta dal maestro.<br />

Una tonalità intensa bruna come era consuetudine nella maggior parte degli<br />

atelier ottocenteschi. Al termine delle pareti Pelizza stesso dipinge una fascia<br />

architettonica monocromatica, costruendo l’illusione di una cornice con<br />

modanature in rilievo.<br />

L’atelier del pittore americano Jackson Pollock (1912-1956) a Long Island (New<br />

York) presenta alle pareti e sui pavimenti in legno le tracce indelebili dell’attività<br />

dell’artista, impegnato molto spesso in danze ossessive in cui sperimentava<br />

tecniche di sgocciolatura e dripping. Pollock collocava la tela sul pavimento<br />

e dipingeva muovendosi attorno ad essa, schizzando gocce di vernice liquida<br />

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Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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