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Capitolo 2. Dimore di uomini celebri, case di letterati, atelier d’artista.<br />

6.5. Conclusioni. La casa dell’architetto come autopresentazione e<br />

autopromozione.<br />

Le case e gli studi di architetti sono luoghi di ricerca e sperimentazione, in cui<br />

confluiscono la storia degli interni, il design, il disegno di porzioni di tessuto<br />

urbano, l’allestimento, la comunicazione visiva. Dalla successione di esempi<br />

analizzati è possibile dedurre alcune importanti considerazioni.<br />

Primo aspetto fondamentale è che la casa dell’architetto al pari della casa<br />

dell’artista è un manufatto che, più di ogni altra opera, parla del suo ideatore,<br />

facendosi portatore di un’idea progettuale o di un’evocazione di un pensiero<br />

durante tutta una vita. Andrea Cornoldi nel volume Le case degli architetti.<br />

Dizionario privato dal Rinascimento ad oggi scrive: “La propria casa per l’architetto<br />

è un oggetto della ricerca, assai più che un’esibizione artistica: essa è espressione<br />

liberamente compiuta di una cultura dell’abitare. La conoscenza della personalità<br />

degli architetti, della loro vicenda umana e del loro modo di vivere può aiutare a<br />

riconoscere nelle loro dimore la presenza di un modello universale di casa della<br />

vita”. Ogni casa fatta per sé da un architetto è il risultato ogni volta diverso di un<br />

consapevole atto di volontà autobiografica, dove trovano giusta espressione sia<br />

l’ostentazione della competenza, che la verifica di un ideale di bellezza.<br />

Secondo aspetto fondamentale messo in luce dalla ricerca è che la dimora<br />

personale dell’architetto, in quanto oggetto domestico e privato, è un’identità<br />

a sé stante rispetto alle altre opere del maestro; essa rompe gli schemi che<br />

tradizionalmente impongono i vari movimenti architettonici, per entrare<br />

nell’ambito di un colto compromesso, punto di incontro tra l’idea assoluta<br />

dell’artista e le esigenze della vita quotidiana.<br />

Scrive a questo proposito Gennaro Postiglione nel libro Cento case per cento<br />

architetti: “La sfida più grande nel disegnare una casa è riuscire a bilanciare<br />

l’estetica e le aspettative personali di chi la occuperà. Da una parte è importante<br />

che la struttura rifletta la visione e lo stile dell’architetto, dall’altra il cliente<br />

deve comunque sentirsi a casa sotto il proprio tetto. Diventa particolarmente<br />

285<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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