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Capitolo 2. Dimore di uomini celebri, case di letterati, atelier d’artista.<br />

povertà e la sua umiltà, […] ama Garibaldi perché era bello, biondo, vestiva una<br />

camicia rossa e, sui campi di battaglia guidava a cavallo, un cavallo tutto bianco,<br />

le sue schiere di giovani biondi, belli, buoni, vestiti di camicie rosse.” 14<br />

Ripercorrendo questa affermazione si riportano qui di seguito alcuni casi di<br />

studio: la casa di un eroe nazionale (Giuseppe Garibaldi), la casa di un santo<br />

(Papa Giovanni XXIII), la casa di un grande imprenditore (Adriano Olivetti) e<br />

la casa di un importante sportivo (Enzo Ferrari). Sebbene le personalità sono<br />

molto diverse, sia nella professione, sia nei ruoli ricoperti nella società, si può<br />

ricostruire un quadro di riferimento comune con delle caratteristiche ricorrenti<br />

nella valorizzazione della dimora.<br />

La casa di Giuseppe Garibaldi a Caprera (Olbia).<br />

La casa del generale Giuseppe Garibaldi a Caprera è un luogo di pellegrinaggio<br />

e un museo della memoria. Lo spazio esterno, le stanze, gli oggetti concorrono<br />

insieme alla creazione del mito: visitare oggi questa dimora significa ripercorrere<br />

tappe disegnate da coloro che nel corso di oltre un secolo ne hanno preservato<br />

l’aura, enfatizzato i cimeli, tolto elementi considerati non funzionali alla<br />

celebrazione dell’eroe, ricomposto gli ambienti con la volontà di preservare<br />

l’autenticità, non tanto della casa, quanto del luogo-icona amato e visitato.<br />

La camera principale della dimora, sacra e inviolabile è la “stanza della morte”<br />

dove ogni cosa è bloccata alle 18:20 del 2 giugno 1882: dalle lancette dell’orologio<br />

all’armadio dei medicinali. I cimeli e le fotografie, sui muri, dentro le vetrine: il<br />

mitico poncho, le papaline in velluto nero ricamato, le stampelle usate dopo la<br />

ferita riportata ad Aspromonte sono punteggiature in un crescendo emozionale.<br />

Ugualmente importante è il giardino e il paesaggio fuori dalla casa, dove sotto gli<br />

alberi, un masso di granito individua la tomba di Garibaldi, dei figli Manlio, Rosa,<br />

Anita, Clelia, Teresita e dell’ultima compagna, la moglie Francesca. 15<br />

14 Curzio Malaparte, Muss. Il grande imbecille, Milano, Luni, 1999.<br />

15 Lucia Arbace (a cura di), Garibaldi a Caprera. Fotografie e cimeli restaurati, Torino, Allemandi,<br />

2009.<br />

154<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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