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Capitolo 4. La casa diventa museo. Il progetto di architettura.<br />

Il museo di Ardengo Soffici nelle ex scuderie Medicee a Poggio a Caiano.<br />

Il museo dedicato a Ardengo Soffici, pittore e letterato tra i protagonisti<br />

dell’apertura internazionale della cultura italiana, si è aperto nel 2009 nei<br />

restaurati spazi delle Scuderie Medicee di Poggio a Caiano.<br />

Nello spazio museale accanto all’esposizione permanente di una significativa<br />

selezione di dipinti dell’artista, si colloca una biblioteca specializzata con prime<br />

edizioni delle opere a stampa dell’artista, una raccolta della bibliografia critica, la<br />

collana completa delle riviste da lui dirette.<br />

Le Scuderie Medicee di Poggio a Caiano, costruite a metà del Cinquecento da<br />

Niccolò Pericoli detto il Tribolo, scultore, architetto, disegnatore di giardini, legato<br />

a Michelangelo, presentano una struttura architettonica estremamente chiara,<br />

configurata come una vera e propria “macchina funzionale” essenziale e potente.<br />

L’edifico è costituito al piano terreno da due corpi di fabbrica lineari a tre navate<br />

voltate, lunghi più di cento metri, preceduti da un vasto ambiente d’ingresso,<br />

nei quali erano ospitati i cavalli. Al piano superiore una grande galleria, alta dieci<br />

metri, distribuiva sui due lati una serie di cellule abitative destinate agli addetti<br />

alle Scuderie.<br />

Degradate notevolmente negli ultimi decenni del Novecento, le Scuderie<br />

Medicee subiscono nel 1978 un incendio che provoca il crollo di una parte della<br />

grande fabbrica. Dopo un parziale intervento di consolidamento da parte della<br />

Sovrintendenza, l’amministrazione Comunale di Poggio a Caiano indice nel<br />

1991 un concorso a inviti in due fasi per il restauro del manufatto e per la sua<br />

riutilizzazione come polo culturale. Il concorso è vinto da un gruppo di architetti<br />

cui facevano parte Franco Purini, Francesco Barbagli, Piero Baroni, Carlo Blasi.<br />

Il progetto di recupero si articola in due interventi distinti: il consolidamento<br />

strutturale dell’antica fabbrica, dettato dal degrado e dalla fragilità del sistema<br />

costruttivo e le integrazioni architettoniche necessarie alla rifunzionalizzazione.<br />

Nel progetto di Purini, queste ultime si traducono in segni forti, sia a livello<br />

architettonico che urbano e dissonanti. Le parti mancanti del corpo delle<br />

Scuderie e dei canili vengono costruite, e non ricostruite, a creare oggetti spaziali<br />

480<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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