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Capitolo 2. Dimore di uomini celebri, case di letterati, atelier d’artista.<br />

Loti oppure Jacqueline Kennedy Onasis. Vi sono poi alberghi che sono stati luogo<br />

d’incontro e di discussione di interi gruppi di intellettuali, che qui si riunivano,<br />

come la sala da pranzo del Brøndum’s Hotel a Skagen in Danimarca, sede di<br />

continui incontri di artisti del luogo.<br />

Conoscere una camera d’albergo in cui ha soggiornato per qualche tempo un<br />

personaggio noto dunque può essere altrettanto interessante che studiare<br />

una stanza della sua casa. Quando un individuo passa molto tempo in stesso<br />

ambiente è inevitabile che questo luogo venga modificato in base ai nostri gusti<br />

e alle nostre esigenze. Al pari della dimora privata anche la stanza d’albergo è in<br />

grado, in alcuni casi, di rivelare molti aspetti della personalità di uno scrittore o<br />

di dimostrare molti intrecci della tumultuosa vita di un artista.<br />

Al pari degli alberghi anche le ampie sale dei caffè o le fumose cantine delle<br />

osteria sono state importanti luoghi d’incontro per artisti e letterati.<br />

A Parigi, nel quartiere latino Saint-Germain-des-Prés, i due principali caffè: il<br />

Flore e i Deux Magots sono, a partire dagli anni Trenta del Novecento, importanti<br />

spazi di creazione. Il pittore Pablo Picasso porta i suoi amici e colleghi. Il Deux<br />

Magots resta il ristorante più amato da Picasso, che qui conobbe Dora Maar.<br />

A partire dal 1935 diventa punto d’incontro dei surrealisti, tra cui il giovane<br />

André Breton. Meno mondano e un po’ meno caro il caffè Flore attraeva chi<br />

come Simone de Beauvoir e Camus, abitava stanze non riscaldate e preferiva alla<br />

solitudine dell’albergo, la calda animazione del grande locale. Sartre e Simone<br />

de Beauvoir passavano al caffè l’intera giornata, oltre a lavorare si impegnavano<br />

in lunghe discussioni da cui sarebbe nato l’esistenzialismo. Se di giorno la vita<br />

creativa animava i caffè, di notte gli artisti di Parigi si rifugiavano dentro le caves,<br />

le cantine del quartiere, dove facevano l’alba ballando e bevendo. Il locale più<br />

amato era il Tabou, ove lo scrittore e musicista Boris Vian si esibiva a ritmo di<br />

jazz.<br />

A Vienna al Cafè Landtmann al numero 4 del Dr-Karl-Lueger-Ring Sigmund Freud<br />

passava ore a giocare a carte e discutere, mentre in compagnia dello scrittore<br />

Arthur Schnitzler amava gustare il suo abituale einspanner (caffè con la panna).<br />

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Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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