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Capitolo 4. La casa diventa museo. Il progetto di architettura.<br />

trasformata in museo secondo il progetto di Carlo Scarpa. Il fabbricato resta<br />

tutt’ora parte di un insieme urbano dalle molte funzioni. Così è avvenuto a<br />

Siena nel complesso di Santa Maria della Scala, prima in uso all’ospedale, poi<br />

uniti in un percorso espositivo progettato da Guido Canali. Così è avvenuto a<br />

Barcellona, in una serie di antichi edifici, posti in lotti adiacenti e contigui, si sono<br />

elegantemente disposte le diverse sezioni del Museo dedicato a Pablo Picasso.<br />

Nel 2010 si è avanzata la proposta di aprire a Milano un museo dedicato ad Alda<br />

Merini. La prima ipotesi è stata di progettare un percorso espositivo all’interno<br />

della casa della scrittrice in Corso di Ripa Ticinese 47. Quest’idea viene ben<br />

presto abbandonata per l’impossibilità di adattare la residenza privata. Viene<br />

quindi avanzata la possibilità di trasformare in museo i locali di una vecchia<br />

tabaccheria rimasta abbandonata per molti anni in via Magolfa 32. L’edificio a<br />

due piani è ideale per accogliere il museo, per la sua posizione sui Navigli, luogo<br />

molto amato dalla scrittrice, e per le sue dimensioni, accessibili anche ad un<br />

pubblico numeroso. Al primo piano si pensa di ricreare, ambiente per ambiente,<br />

il bilocale in cui ha passato la vita la scrittrice, riproducendone le dimensioni<br />

delle stanze e la scenografia dell’arredamento: con il vecchio pianoforte di Alda<br />

Merini, i suoi quadri, i numeri di telefono scritti con il rossetto su muri e specchi<br />

e quel disordine di oggetti, versi e colori che hanno reso la sua casa un luogo<br />

unico. Al secondo piano dell’edificio storico è, invece, in progetto una scuola di<br />

poesia, un luogo di incontro e creatività. Nel nuovo museo verrà portato l’archivio<br />

della poetessa, ora custodito al castello Sforzesco e i mobili ora in un deposito<br />

comunale a Lambrate.<br />

Il riuso di edifici già esistenti, eretti originariamente con una diversa funzione,<br />

destinati solo successivamente ad attività culturali, rappresenta un modo di<br />

operare condiviso, che è all’origine di una parte consistente dell’intera proposta<br />

museogratica recente, soprattutto in Italia. Le analisi proposte riguardano<br />

quattro casi esemplari. Un primo caso analizzato è la sede del museo dedicato<br />

allo scultore Auguste Rodin a Parigi, la cui collezione è esposta in un bel palazzo<br />

in stile rococò con un ampio giardino. Segue poi la sede del Museo dello scultore<br />

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Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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