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Conclusioni. Dalla “casa come me” alla “casa di tutti”.<br />

quando, nell’esprimere differenza, eccezione, cultura, riesce ad interpretare<br />

valori collettivi condivisi. Solo allora la dimora del personaggio illustre diventa<br />

la casa di tutti: una scena aperta capace di presentare alla comunità uno stile di<br />

vita condiviso.<br />

La trasformazione a posteriori della casa è un’operazione assai complessa, che<br />

si pone come obiettivo quello di valorizzare un luogo della memoria. L’architetto<br />

responsabile del progetto, non può essere né conservatore né innovatore, ma,<br />

utilizzando l’espressione di Mario Vargas Llosa, si deve comportare come un<br />

maggiordomo: rispetto alla gestione della casa, la sua presenza, pur necessaria,<br />

deve restare poco visibile.<br />

In quest’ottica la ricerca ha inteso raggiungere e trasmettere quei fondamenti<br />

teorici e pratici ritenuti strumenti necessari a rapportarsi criticamente con il<br />

progetto contemporaneo, attraverso l’indagine di un patrimonio di luoghi e di<br />

forme riconosciute nel tempo, che costituiscono un repertorio di linguaggi e di<br />

stili facilmente comprensibili e trasmissibili.<br />

L’indagine sul patrimonio esistente, la comprensione logica delle parti<br />

dell’edificio, la lettura della complessità planimetrica e tridimensionale della casa,<br />

la conoscenza del luogo e del contesto storico intesi come ideali committenti<br />

di ogni intervento d’architettura, sono alcuni degli strumenti essenziali alla<br />

prefigurazione del nuovo progetto.<br />

In particolare il contesto, come sfondo dell’intervento di valorizzazione,<br />

diventa uno scenario privilegiato in base al quale il nuovo progetto ha<br />

necessità di strutturarsi e di configurarsi. Il paesaggio profondamente legato<br />

all’equilibrio fragile, che si istaura tra l’uomo e il territorio, assume così un ruolo<br />

fondamentale.<br />

Compito del progettista è, dunque, provare a ricucire attraverso i linguaggi, i<br />

materiali e le tecniche proprie della contemporaneità lo strappo che spesso<br />

si consuma tra la tradizione storica dell’architettura e i suo territorio. Come<br />

sostiene Paolo Marconi “l’architetto dovrebbe essere in grado di restaurare e<br />

cioè di ripristinare, interpretandoli, e replicandoli in modo intelligente, le case, i<br />

745<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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