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Capitolo 2. Dimore di uomini celebri, case di letterati, atelier d’artista.<br />

di materiali preesistenti e opere di altri artisti, che egli utilizza come spunti<br />

iniziali o a integrazione delle proprie opere. Analogo appare il suo approccio agli<br />

edifici. Architettura, collezione e opera diventano così elementi integranti di un<br />

sistema che, per la sua ampiezza e importanza, solleva il quesito di una futura<br />

musealizzazione. Superata ogni forma d’arte tradizionale, l’artista all’inizio del<br />

terzo millennio si propone di indagare i confini, i significati e le contaminazione<br />

di linguaggi, che caratterizzano il mondo dell’arte. Il reale e i virtuale si fondono o<br />

si scambiano i ruoli per dare vita ad una nuova espressione artistica che, sempre<br />

più, senza categorizzazioni preconcette, viene ad essere percepita nella sua<br />

totalità, come esperienza intellettuale e sensoriale.<br />

Nella contemporaneità, inoltre, l’utilizzo dei mezzi informatici ha ampliato le<br />

possibilità di contatto fra l’artista e la società: tramite i moderni siti internet<br />

è oggi possibile visitare virtualmente la stessa casa reale in cui l’artista abita<br />

e lavora. Talvolta i luoghi allestiti per queste nuove forme di socializzazione,<br />

tra produzione e consumo d’arte, sono scelti al di fuori della dimora stessa e<br />

coinvolgono spazi di diversa estensione ad essa limitrofi.<br />

Tra i vari materiali visivi prodotti dall’arte contemporanea, le installazioni sono i<br />

nuovi monumenti effimeri 63 del nostro tempo. Monumenti in quanto ambienti<br />

percorribili, immersivi, celebrativi di modi e riti di una collettività globale;<br />

effimeri come arte in transito che investe lo spazio restandone svincolata. Ogni<br />

scena imponente, calata in uno spazio fortemente scenografico, necessita dei<br />

giusti spazi e dei più appropriati metodi costruttivi, che trasformano l’atelier<br />

contemporaneo in un paesaggio postatomico, dove costruzioni e macerie<br />

emergono dal buio. Nella condizione di erranza dell’artista contemporaneo,<br />

dunque, riprendendo una frase dell’artista contemporaneo Daniel Buren, è forse<br />

possibile definire l’atelier contemporaneo come “una galleria, un museo, un<br />

hangar, un crocevia, un cantiere sempre in corso, una fonte di rivelazione dove<br />

lavorare non appena la si è scoperta”.<br />

63 Marina Pugliese - Barbara Feriani, Monumenti effimeri. Storia delle installazioni, Milano, Electa,<br />

2009.<br />

248<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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