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Capitolo 3. La valorizzazione delle case dei protagonisti dell’identità nazionale.<br />

.<br />

di Amsterdam ha, infatti, trasformato il nucleo della casa natale di Anna Frank<br />

aperto come museo nel 1960, in un complesso luogo della memoria. La dimora<br />

si presenta oggi come un vero e proprio monumento nazionale destinato ad<br />

ospitare valori collettivi e frammenti di storia, accessibile solo dopo una lunga<br />

coda fatta di tante anime che fuggono all’oblio.<br />

Nella dimora è stata ricreata l’atmosfera e lo stile del periodo di clandestinità. In<br />

questo modo i visitatori possono sentirsi personalmente coinvolti negli eventi<br />

di cui questo luogo è stato testimone. Nel museo gli oggetti sono pochissimi,<br />

il patos viene creato dall’assenza, dal vuoto, dalla mancanza di luce e aria. Il<br />

percorso espositivo è crescente, dalle prime stanze al piano terra della casa, in<br />

cui si narra la vicenda di Anna Frank attraverso documenti, fotografie e citazioni<br />

tratte dal celebre Diario, si passa alle sale dei piani superiori, che ricostruiscono<br />

con video e filmati la storia della deportazione e dei campi di concentramento,<br />

per concludersi nell’angusto e claustrofobico rifugio, ultimo atto di un’esperienza<br />

drammatica.<br />

345<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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