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Capitolo 3. La valorizzazione delle case dei protagonisti dell’identità nazionale.<br />

1. L’uomo e il mito: la narrazione della comunità.<br />

“Il significato storico implica una percezione,<br />

non solo del passato che è trascorso,<br />

ma della sua presenza.”<br />

T.S Eliot, 1917.<br />

Non c’è un primo museo senza un primo individuo. Ciascun abitante della casa è<br />

nello stesso tempo un originale inventore di spazi e un involontario collezionista<br />

di oggetti. Ma per resistere nel tempo qualunque raccolta deve continuare a<br />

rappresentare un elevato valore mitico collettivamente condiviso da parte di un<br />

preciso gruppo sociale. Modificando la natura, dando forma al proprio habitat<br />

e imponendo le proprie tradizioni, ciascuna comunità stratifica una propria<br />

gerarchia di valori, dà ordine alle cose che contano. Un gruppo di uomini, alla<br />

fine, decide quali spazi fisici, quali gruppi di oggetti e, soprattutto, quali modi<br />

di percezione, razionali o irrazionali, meritano di essere conservati per sempre,<br />

in quanto rappresentano un irripetibile documento storico destinato ad<br />

appartenere a tutti.<br />

Mentre per l’intero Novecento, nel determinare l’organizzazione dell’istituzionemuseo,<br />

come obiettivo di una coerente finalità sociale, prevale l’opzione di<br />

un museo reale per la collettività, nel primo decennio dal nuovo Millennio, in<br />

modo sempre più frammentato, si afferma l’opzione di un museo simbolico per<br />

l’individuo. Diversamente dai primi due consolidati scenari di museo a finalità<br />

sociale, che hanno caratterizzato gli ultimi decenni del Novecento, dando vita a<br />

centinaia di fondazioni di sedi museali, piccole e grandi, il terzo scenario del XXI<br />

secolo si presenta ancora in una fase sperimentale. Tuttavia, a costo di sembrare<br />

schematici, si riconferma di essere entrati in una fase del tutto diversa, nella<br />

fase opposta dell’assenza del luogo e della sospensione del tempo. Oggi ci si<br />

ritrova piacevolmente immersi nella curiosità delle percezioni discrezionali e<br />

soggettive, nello spaesamento di visite virtuali a collezioni immaginarie e senza<br />

autore, nell’apprendimento scientifico impartito da un museo senza limiti,<br />

concepito come il rarefatto catalogo delle entità simboliche di cui necessita<br />

il mondo contemporaneo. Rispetto all’obiettivo del buon funzionamento di<br />

326<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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