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Capitolo 1. La dimora storica. Un patrimonio diffuso nel territorio.<br />

1.4. L’interpretazione dello spazio dell’abitare da parte di significativi abitanti<br />

del Novecento.<br />

Nei capitoli precedenti si è andata a delineare una definizione di “casa” come uno<br />

spazio dell’abitare privato fortemente connesso alla sfera sociale, psicologica,<br />

affettiva ed emotiva di ogni singolo uomo. Ripercorrendo brevemente alcuni<br />

testi letterari e filosofici di significativi abitanti del Novecento si può analizzare<br />

come tale definizione si riproponga in diversi contributi.<br />

In particolare si vanno ad approfondire sei diverse immagini dello spazio abitativo,<br />

interpretazioni e visioni di dimore diverse, che non forniscono un quadro<br />

completo ed esaustivo sull’argomento, bensì un breve spunto di riflessione. Le<br />

sei categorie sono: la casa conchiglia, rifugio, impronta, che si presenta come una<br />

dimora solida e protettiva per l’uomo; la casa monumento, mausoleo, tomba, che<br />

invece è uno spazio intoccabile e sacro, nel quale l’individuo perde importanza<br />

e soccombe; la casa sogno, inconscio, gioco, che vive come un organismo<br />

mutevole e surreale indipendentemente dal suo abitante; la casa accumulo,<br />

incrostazione, ammasso, in cui prevale la logica dell’oggetto, soffocante nella<br />

sua ossessiva presenza; la casa gabbia, privacy, igiene, concepita come macchina<br />

efficiente, razionale e funzionale e, infine, la casa sottile, effimera e temporanea,<br />

che interpreta la “liquidità” del vivere contemporaneo.<br />

La casa conchiglia, rifugio, impronta.<br />

Un primo ambito di approfondimento indaga l’immagine più antica e archetipica<br />

della dimora: quella della casa-guscio, che nasce dall’uomo e si nutre della<br />

memoria e dell’inconscio del suo abitate. La casa conchiglia è un luogo solido e<br />

sicuro, avvolgente e protettivo, è un rifugio e un riparo per l’uomo.<br />

All’inizio del XX secolo lo scrittore Walter Benjamin notava come “la forma<br />

originaria di ogni abitazione è il vivere non in una casa, ma in un guscio. Questo<br />

reca l’impronta del suo abitante” e ancora “La casa è custodia dell’uomo, egli è<br />

collocato lì dentro con tutto ciò che gli appartiene, così profondamente da far<br />

54<br />

Federica Arman, Le vite, le case e il progetto d’architettura. La valorizzazione museografica delle dimore di uomini celebri del Novecento.

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