TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

130 CAP. IlI - LITURGIA E SEGNI EFFICACI v
assai maggiore all'autorità episcopale territoriale, nonché ai singoli
vescovi, per determinare e ordinare la liturgia nell'ambito della
propria giurisdizione 25 . Ma « gli atti » di tali decisioni episcopali
devono essere « approvati ossia confermati » 2a , o, come dice altrove,
« rivisti » 27 , dalla Sede Apostolica. In pratica dunque, anche oggi,
non c'è liturgia, sia pure diocesana, che non debba essere approvata
come tale dalla S. Sede.
Il fondamento dell'efficacia della liturgia
« ex opere operantis Ecclesiae »
La radice della difficoltà che si sente nel concetto di opus operantis
Ecclesice come realtà distinta e più efficace dell'opus operantis di
un semplice fedele privato o di un gruppo di fedeli privati, proviene,
dal fatto che si stenta a concepire la Chiesa come qualcosa di più
che la semplice somma delle persone private dei fedeli che credono
in Cristo. Così si vede nella personalità della Chiesa niente di più
che un concetto giuridico e forse, addirittura, una finzione giuridica;
per cui non si riesce a capire come la dignità morale della
Chiesa sia più grande della somma della dignità morale degli individui
privati che la compongono e la preghiera della Chiesa sia,
dinanzi a Dio, più efficace della semplice preghiera degli individui
che la recitano a suo nome.
Se poi si aggiunge quello che abbiamo osservato sopra, e cioè
che anche la preghiera privata e mentale di qualsiasi fedele nella
Chiesa è, in un certo senso verissimo, la preghiera della Chiesa,
non si vede proprio affatto per quali ragioni la preghiera « ufficiale »
dovrebbe essere più efficace di quella non ufficiale, a parità di
condizioni. E ' taluni forse crederanno che quando i liturgisti magnificano
la Chiesa e l'efficacia trascendente della preghiera della
Chiesa sulla preghiera semplicemente privata e cose simili, essi non
siano lontani dal cadere realmente nell'errore che alcuni protestanti
rimproverano ai cattolici: di fare della Chiesa una specie di entità
platonica ipostatizzata. Eppure, il concetto di opus operantis Ecclesiae
è innegabilmente teologico e giusto, come lo prova la sua
consacrazione ufficiale dal magistero. Inoltre, la stessa enciclica
Mediator Dei, quando spiega le relazioni tra preghiera liturgica e
preghiera privata, ha questa frase : « Senza dubbio la preghiera
liturgica, per il fatto stesso che è la preghiera pubblica dell'inclita
Sposa di Gesù Cristo, ha una dignità superiore a quella delle preghiere
private » 28 . Bisogna dunque credere che i detti preconcetti
Vedi J. A. JUNGMANN, Liturgie und « pia exercitia », in : Liturgisches Jahrbuch
9 (1959) 79-86.
2 » Vedi CL art. 36 §§ 3 e 4; 39; 54; 63; 77; 120; 55; 57; 64; 68; 71; 76; 79; 97;
101 §§ 1 e 2; 124-130.
2 " Ibid. 36 § 3.
" Ibid. 63 b.
28 n. 37. Sull'efficacia speciale della preghiera della Chiesa come tale, supe-