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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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I SACRAMENTALI 99<br />

come partecipazione formale <strong>della</strong> vita divina. Per i corpi e le cose<br />

esterne si può parlare di partecipazione alla vita divina, ossia di santificazione,<br />

in tre casi diversi, dei quali solo il terzo è quello che si<br />

verifica appunto nei sacramentali.<br />

In un primo modo si può parlare di santificazione dei corpi e<br />

delle cose esterne quando Dio le usa come strumenti per trasmettere<br />

la vita divina agli uomini. S. Tommaso ritiene giustamente che, in<br />

Cristo, anche il corpo è lo strumento congiunto, santo e santificatore,<br />

di cui si serve la divinità per trasmettere la grazia agli uomini 122 .<br />

Anche i sacramenti, sempre secondo S. Tommaso 123 , sono lo strumento<br />

fisico separato di Cristo, mediante il quale, la divinità trasmette<br />

la vita divina agli uomini.<br />

In un secondo modo si può parlare di santificazione dei corpi<br />

e di cose esterne quando esse, senza essere distrutte nella loro<br />

natura, sono però profondamente perfezionate ed elevate nelle loro<br />

qualità dall'influsso <strong>della</strong> vita divina allo scopo di cooperare più perfettamente<br />

alla vita dello spirito. Così avverrà perfettamente e permanentemente<br />

nella risurrezione gloriosa dei corpi e nella trasformazione<br />

del cosmo dopo la parusia, quando vi sarà un cielo nuovo<br />

e una terra nuova. Così avvenne già, in qualche modo, nel paradiso,<br />

prima del peccato, mediante i doni preternaturali. Così avviene ma<br />

solo tendenzialmente e, comunque, in un modo molto più imperfetto,<br />

nella vita ascetica di ogni cristiano, già su questa terra. Così<br />

pure avviene, a suo modo, nell'ubbidienza delle cose all'influsso transitorio<br />

miracoloso di Dio e di coloro ai quali Dio accorda talvolta<br />

questo carisma.<br />

<strong>Il</strong> terzo modo, in cui il corpo e le cose infraumane in genere,<br />

possono ricevere l'influsso <strong>della</strong> vita divina, è quello proprio dei sacramentali.<br />

Qui le cose, senza essere fatte vere cause strumentali<br />

<strong>della</strong> grazia, né essere perfezionate ed elevate nelle loro qualità naturali,<br />

tuttavia in considerazione <strong>della</strong> preghiera impetrativa <strong>della</strong><br />

Chiesa, sono prese sotto la speciale protezione o accettazione divina<br />

per il bene spirituale di chi le possiede o ne userà con le debite disposizioni.<br />

Questa speciale protezione di Dio si manifesta proteggendo o<br />

liberando le cose dall'eventuale influsso demoniaco per l'impetrazione<br />

che la Chiesa gliene fa nell'esorcismo. Ancora: proteggendole,<br />

per speciale provvidenza e almeno per un certo tempo o in una<br />

certa occasione, dalla naturale corruzione o da naturali impedimenti<br />

di altre cause seconde, affinché chi le possiede, o se ne serve<br />

nelle debite disposizioni, possa avere occasione di operare meglio<br />

la sua salvezza. Dio lo fa in considerazione dell'impetrazione <strong>della</strong><br />

122 Vedi per es.. Stimma III q 8 a 1 ad 1; q 2 a 6 arg. 4 et ad 4; q 43 a 2;<br />

q 49 a 6. È dottrina comune dei Padri greci.<br />

123 Questa sembra certamente la mente di S. Tommaso, sebbene alcuni<br />

autori abbiano voluto mettere la cosa in dubbio. Cfr. Summa, HI q 62; A. M.<br />

ROGUET, Les sacrements (S. Thomas d'A., La somme, ed. Rev. des jeunes, Paris<br />

1945) p. 353 ss.

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