TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

REGIME DI SEGNI E NATURA UMÀBlA 77
Questa ragione generale della convenienza del segno con la stessa
natura umana può essere molto particolareggiata ed approfondita
dal punto di vista psicologico per mezzo di un'analisi descrittiva
minuta del modo e dell'efficacia con cui avviene il processo della
conoscenza e dell'espressione religiosa nei singoli segni e nell'azione
liturgica complessiva. Già S. Agostino aveva sentito profondamente
questa efficacia psicologica vitale del segno e dell'espressione simbolica
allegorica in genere : « Tutte queste cose che ci sono insinuate
in figure hanno per scopo di nutrire e come accendere il fuoco
dell'amore per mezzo del quale, come da una forza, noi siamo trascinati
al di sopra o all'interno di noi stessi verso la pace. Così proposte,
muovono ed accendono l'amore più che se fossero esposte
nude e senza nessuna similitudine di sacramento. È difficile dire il
perché; però è certo che una cosa proposta per significazione allegorica
muove di più, diletta di più ed è più amata che se fosse detta
chiarissimamente con espressioni proprie. Credo che il movimento
stesso dell'anima è più pigro ad infiammarsi fintanto che è ancora
legato alle cose terrene; se, invece, viene indirizzato alle similitudini
corporali e da lì diretto alle cose spirituali che gli sono mostrate
in figura, per questo stesso processo viene fortificato e, come
una fiaccola di fuoco agitata, si accende e con più ardente amore
è trascinato alla pace » 82 .
Quello che Agostino da fine psicologo aveva presentito, i moderni,
con lo strumento dell'analisi psicologica fenomenologica, si
sono sforzati di descriverlo minutamente anche nel campo del culto.
Tra i cattolici, Romano Guardini si è particolarmente interessato
di quésto aspetto della liturgia 83 . Tra i protestanti è da segnalare
l'opera di Roberto Will, Le eulte, in tre volumi 84 dei quali il secondo
è tutto sulla fenomenologia del culto, anche cattolico. Egli tratta il
tema minutamente, sforzandosi di penetrare nel processo psicologico
dell'efficacia religiosa del culto nei suoi elementi semplici o
complessi che cadono sotto i sensi per attuare l'incontro tra Dio
e l'uomo. A parte, naturalmente, certe deficienze congenite alla
mentalità di un protestante quando parla del culto cattolico, molte
osservazioni del Will sulla necessità ed efficacia psicologica della
liturgia nella sua struttura come complesso di segni sono giustissime
e talune sue pagine eloquenti in proposito, con pochi mutamenti,
possono essere pienamente approvate da un cattolico. Così,
per esempio, sulla necessità psicologica del culto incarnato nei
segni : « Ogni culto richiede forme espressive, immagini, suoni,
parole, gesti, riti, persone. Queste forme, interponendosi tra Dio
da cose corporali; è preservato da azioni peccaminose (= ricorso a riti superstiziosi)
mentre è impegnato nella salutare frequenza dei sacramenti ». Vedi
anehe ottimo e lungo testo in C. Gent. Ili 119.
82 Ep. 55 n. 21.
83 Specialmente in: Lo spirito della liturgia (ed. ital. Brescia, Morcelliana);
/ Santi segni (ed. ital. ibid. 4 ed. 1954); Liturgische Bildung, Mainz, 1923; Die
Sinne und die religióse Erkenntnis, Wiirzburg 1950.
84 Paris, Alcan. Il secondo è del 1929.