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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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798 CAP. XXIII - LITURGIA E PASTORALE. I PRINCIPI<br />

mente essere condotta e introdotta a quelle forme tradizionali che<br />

non le sono semplicemente spontanee. Di là ancora la necessità<br />

costante <strong>della</strong> pastorale liturgica.<br />

Finalmente, la stessa abitudine fa sì che, passata la novità di<br />

un'espressione religiosa, il suo significato tenda naturalmente ad<br />

obliterarsi nella coscienza del fedele, ciò che rende necessario un<br />

continuo lavoro di vivificazione e rinfocolamento dell'attenzione;<br />

e questo comporta di nuovo la necessità di un continuo elevamento<br />

alla forma liturgica.<br />

Portare la <strong>liturgia</strong> al popolo<br />

<strong>Il</strong> secondo compito <strong>della</strong> pastorale liturgica è di portare la <strong>liturgia</strong><br />

al popolo. E questo comprende ulteriormente due aspetti. <strong>Il</strong><br />

primo proviene dal fatto che le stesse leggi ecclesiastiche oggi vigenti<br />

lasciano al sacerdote, sempre sotto la sorveglianza dei vescovi — i<br />

quali, per le loro diocesi, possono anche restringere questa libertà —<br />

un certo margine di libera scelta tra diverse forme di celebrazione<br />

liturgica di diversi riti, ed anzitutto <strong>della</strong> messa, margine assai<br />

più grande di quanto generalmente si crede. La pastorale liturgica<br />

fa un dovere ad ogni sacerdote di usare sapientemente di questo<br />

margine scegliendo le forme più adatte nelle circostanze determinate<br />

in vista di avvicinare il più possibile la <strong>liturgia</strong> al popolo, ed indica<br />

nello stesso tempo la giusta via per arrivare a questo risultato.<br />

<strong>Il</strong> secondo aspetto nella direttrice generale di lavoro per avvicinare<br />

la <strong>liturgia</strong> al popolo proviene dal fatto che lo stato <strong>della</strong><br />

<strong>liturgia</strong> stessa nelle sue parti mutabili per contingenze storiche<br />

non necessarie, in diversi punti anche importanti è, anche oggi,<br />

troppo distante dalla possibilità reale di partecipazione attiva che<br />

possiede il popolo. Qui si pone quindi la questione di eventuali riforme.<br />

Sebbene la realizzazione di queste riforme spetti in ultima<br />

istanza alla suprema autorità <strong>della</strong> Chiesa, tuttavia anche l'ordinario<br />

pastore che ha a cuore la <strong>liturgia</strong> può e, in qualche modo, deve cooperare<br />

a suo modo a questo lavoro, eventualmente con lo studio e<br />

sempre con i suggerimenti che gli consiglieranno la propria esperienza<br />

pastorale.

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