TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

68 CAP. II - LITURGIA E SEGNI SENSIBILI
verso i sensi l'attenzione e tutta la persona. Come quando Sant'Ignazio,
per meditare, consiglia di chiudere la finestra e di stare al buio
o con fioca luce; di pregare pronunziando lentamente certe parole
al ritmo dell'inspirazione e dell'espirazione; di prendere certi
atteggiamenti corporei mettendo per esempio, la mano al petto,
tenendo gli occhi fissi nel vago o sopra qualche oggetto 69 . La parte
di questi atteggiamenti è di creare l'atmosfera sensitivo-psicologica
di un certo raccoglimento dei sensi che possa poi cooperare a suo
modo alla genesi dell'atteggiamento di meditazione e di preghiera
generale propriamente dette. Questo raccoglimento fisico-psichico,
per sé solo, non è evidentemente la preghiera propriamente detta;
ancor meno l'unione mistica; ma può contribuire a prepararvi il
soggetto. Nel quadro di questa disposizione fisico-psichica potrà
prodursi nel soggetto la preghiera propriamente detta anche d'ordine
mistico. La radice di tutto questo sta nella natura dell'uomo:
unità sostanziale di materia e di spirito, con influsso reciproco
misterioso ma reale di una parte sull'altra.
L'esperienza estetica può, sotto certi aspetti e in certe condizioni,
adempire una parte in qualche modo simile. Questo fondamentalmente
ro perché la percezione-fruizione estetica, che avviene
per sintonia di due nature (dello stesso genere di quella in cui la
madre « conosce » istintivamente il figlio), implica un modo di agire
dei sensi e dello stesso intelletto completamente sui generis, superiore
a quello ordinario (non concettuale e discorsivo per l'intelletto);
modo intuitivo, sintetico, senza sforzo penoso e ricercatore,
nel quale si ha l'impressione che l'anima lasci l'attività di superficie
ordinaria ed entri in contatto immediato con il più profondo di se
stessa e delle cose. Nell'atteggiamento estetico vi è come una sospensione
del modo volgare e superficiale di agire dei sensi e dell'intelligenza;
un loro concentramento in una sfera di vita più semplice
e più intima, e un modo di comportarsi verso le cose esterne più
distante, più elevato e più penetrante nello stesso tempo.
Ora questi tratti, risultato di un procedimento fisico-psichico
puramente naturale, possono, supposte le condizioni morali favorevoli
del soggetto, essere terreno adatto nel quale, con l'intervento
dei necessari fattori soprannaturali, si sviluppino la preghiera ed
anche l'unione mistica propriamente dette. Appunto come quegli accorgimenti
fisico-psichici raccomandati dagli autori spirituali, e di cui
si parlava sopra, possono essere un ottimo avviamento allo stesso
fine.
E ciò per lo stesso motivo fondamentale che, la preghiera, e in
genere l'unione con Dio, in virtù dell'unità sostanziale fisico-psichica
69 Vedi per esempio, Esercizi, Prima settimana, esame particolare e quotidiano,
prima addizione (Vedi P. BONDIOLI, Gli esercizi spirituali di S. Ignazio
di Loyola, 2 ed., Vita e pensiero, Milano 1944 p. 40); addizioni alla fine del
quinto esercizio n. 6-9, ed. cit. p. 86 ss; quarta settimana, i tre metodi d'orazione,
il secondo metodo e il terzo, ed. cit. pp. 216; 220 s.
70 Vedi per esempio, P. M. LÉONARD, Art et spiritualité, in: Dictionnaire de
spiritualìté, I (1937) 925 ss. H. BRÉMOND, Prière et poesie, Paris 1916.