TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

334 CAP. XII - LITURGIA, SANTI E ANGELI
C'è la fase della terra, costituita dai fedeli ancora in lotta contro
la città avversa di Satana e la bestia.
Ma tra le due fasi della stessa città vi sono continue interferenze
e come una processione ininterrotta dall'una all'altra. Quelli del
cielo, tanto gli angeli che i giusti, s'interessano dei fratelli che
ancora lottano e li aiutano in ogni modo: offrono a Dio le orazioni
dei fedeli; Lo pregano per loro. Gli angeli in specie servono
d'intermediari tra Dio e i fedeli quaggiù: rivelano loro i disegni
di Dio; intervengono nella battaglia quali suoi ministri per punire
i nemici, i fedeli della bestia, in specie mediante gli elementi materiali
dei quali hanno il potere. Condotti dal loro capo, Michele, impegnano
anche direttamente la lotta contro Satana e i suoi satelliti.
La città di Dio che ancora lotta sulla terra manda man mano i
suoi cittadini alla città del cielo; finché, compiuto il numero dei
predestinati, le due fasi dell'unica città si riuniranno in una sola:
la Gerusalemme celeste, nella liturgia cosmica ed eterna.
La fase finale è rappresentata dalla grande dossologia del capitolo
quinto: « Quantio (l'Agnello) ebbe preso il libro, i quattro esseri
viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono al cospetto dell'Agnello
avendo ciascuno una cetra e coppe d'oro piene di aromi, che
sono le preghiere dei santi. E cantavano un inno nuovo dicendo:
"Degno sei tu, o Signore, di prendere il libro e di aprire i suoi
sigilli, perché sei stato sgozzato e col tuo sangue hai riscattato a
Dio uomini da ogni tribù e lingua e popolo e nazione, e li hai fatti
per il nostro Dio popolo regale e sacerdotale, e regneranno sulla
terra". E vidi e udii una voce di molti angeli intorno al trono e
agli esseri viventi e ai vegliardi ed era il loro numero migliaia di migliaia,
miriadi di miriadi, che dicevano a gran voce : "Degno è l'Agnello
che è stato sgozzato, di ricevere la potenza e la ricchezza e la
sapienza e la forza e l'onore e la gloria e la benedizione". E ogni
creatura ch'è nel cielo e sulla terra e sotto la terra e sul mare e tutte
le cose in essi contenute, udii che dicevano: "A Colui che siede
sul trono e all'Agnello, la benedizione e l'onore e la gloria e il
potere per i secoli dei secoli". E i quattro esseri viventi dicevano:
"Amen". E i ventiquattro vegliardi caddero bocconi e adorarono il
Vivente per i secoli dei secoli » (5,8-14).
In questa visione siamo all'apice e alla conclusione finale dell'idea,
profondamente insita in tutta la rivelazione sin dalle prime
pagine del Genesi e negli scritti ispirati più antichi, dell'intima unità
di tutto il cosmo umano, infraumano ed angelico, concepito come
unitotalità estensiva ed intensiva in rapporto al fine comune ed
ultimo del regno di Dio. La visione dell'Apocalisse ci mostra quello
stesso cosmo che c'era apparso nel dramma delle prime pagine del
Genesi, giunto alla fine dei tanti drammi, travagli e dolori descritti
e spiegati dalla Scrittura, al termine cui tutto tendeva. Questo
termine è la panégyris della liturgia cosmica ed eterna di tutte le
creature nell'adorazione e nella lode all'Agnello e al Vivente nei
secoli dei secoli.