TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

398 CAP. XIII - LE DUE CITTÀ
imposizione delle mani. Questa litania, tra le altre cose, dice : « penitenti,
pregate. Supplichiamo tutti per i nostri fratelli che sono
nella penitenza, affinché Iddio misericordioso li guidi sulla via della
penitenza, riceva la loro accusa e esomologesi e « ben presto schiacci
Satana sotto i loro piedi » e li liberi dal « laccio del diavolo »
e dalle minacce dei demoni, e li custodisca da ogni parola illecita,
da ogni turpe azione e cattivo pensiero » 112 .
In questa prospettiva, la riconciliazione del penitente era naturalmente
considerata come la sua liberazione da Satana. S. Girolamo
così riassume gli atti e i concetti essenziali della riconciliazione:
« Il vescovo offre per il laico la sua oblazione, gli impone la
mano, invoca sopra di lui il ritorno dello Spirito Santo, e così,
faceìido pregare il popolo, riconcilia all'altare colui che era stato
abbandonato a Satana per la morte della carne affinché lo spirito
fosse salvo. Non restituisce un membro alla salute prima che tutti
i membri abbiano pianto insieme. Il padre perdona facilmente al
figlio, se la madre nella sua commiserazione lo prega » U3 . Le formule
della riconciliazione del Gelasiano insistono ripetutamente
sul concetto « che il nemico non esulti del danno arrecato alla tua
famiglia... che il nemico non abbia più potere sulla sua anima...
Rinnova in lui, piissimo Padre, tutto ciò che è stato corrotto per
terrena fragilità o violato per diabolica frode... ciò che è stato
viziato, in azione, in parola, nello stesso pensiero, per frode diabolica
» " 4 .
Queste idee si ripetono nell'attuale Pontificale romano lla ed
hanno trovato nobile espressione nella liturgia mozarabica. Le due
orazioni che da essa citiamo per intero sono piene di quella profonda
teologia di cui l'autentica tradizione liturgica è portatrice.
« Signore santo, eterno Padre, eterno Iddio, noi preghiamo supplici
la tua clemente bontà, piena d'indulgenza sempre placabile e mite.
Tu che sei chino alla misericordia e facile al perdono; tu che di
rado punisci e frequentemente perdoni; tu che non solo non desideri
che alcuno perisca, ma che ricerchi coloro che sono andati a
perdizione; tu che dopo averci concesso la grazia del battesimo ti
sei degnato di provvederne ancora una seconda per coloro che sono
caduti, pur di escludere sempre il dominio della morte n *. Inoltre,
affine di rimanere sempre verso di noi propizio, ti sei degnato di
costituire Cristo nostro propiziatore presso di te di modo che tu
possa sempre volentieri ascoltarlo a favore dei nostri delitti. Per
Lui, Signore, ti preghiamo di guardare le viscere faticate del tuo
servo N.; rafforzale, rifocillandole con la tua indulgenza. Dagli
il riposo dopo il lavoro e restituiscigli la prima veste che ha
112 Const. Apost. Vili 9.
»» Adv. lucif. 5.
114 Ed. Mohlberg n. 358 p. 57; n. 363 p. 58; n. 364 p. 58.
115 Vedi l'Orcio reconciliationis poenitentium quae fit in feria V coenae
Domini, per es., la domanda dell'arcipresbitero : Redintegra in eis...; il prefazio
della riconciliazione; l'orazione: Deus misericors, Deus clemens.
ne Equivalente al dominio di Satana.