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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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INSEGNAMENTO E CULTO 481<br />

le debite condizioni — è dunque, sotto il velo dei segni sensibili ed<br />

efficaci, l'incontro vitale massimo tra l'uomo e Dio in Cristo, che<br />

il potere dottrinale, il potere di governo e il potere di santificazione<br />

dato alla gerarchia, hanno per scopo comune ed ultimo quaggiù<br />

di suscitare ed attuare.<br />

Tutto questo deve essere tenuto presente se si vuol precisare<br />

quali sono le interferenze tra l'esercizio del magistero <strong>della</strong> Chiesa<br />

e la <strong>liturgia</strong>, e comprendere le modalità speciali che questo esercizio<br />

ivi riveste e le regole d'interpretazione secondo le quali deve essere<br />

inteso.<br />

Fine didattico <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> sottoposto al fine cultuale immediato<br />

È chiaro, infatti, che quest'esercizio del magistero <strong>della</strong> Chiesa<br />

nella <strong>liturgia</strong> è realissimo, in quanto la <strong>liturgia</strong> implica, tra le altre<br />

cose, anche un insegnamento, una didascalia del magistero, nonché<br />

un'espressione dell'adesione che i fedeli danno a quest'insegnamento<br />

e dalla quale, a sua volta, si può riconoscerlo. Ma con quale<br />

precisa modalità la <strong>liturgia</strong> implica un insegnamento del magistero?<br />

Si può ricavarlo dalla dottrina generale delle relazioni tra <strong>liturgia</strong><br />

— esercizio massimo <strong>della</strong> virtù di religione — e virtù teologali.<br />

Specialmente dalla relazione tra religione e fede, che l'insegnamento<br />

del magistero ha per scopo immediato di suscitare, e che<br />

l'adesione del fedele a questo insegnamento manifesta.<br />

S. Tommaso," intorno alla questione: «Che relazione c'è tra<br />

la fede e la religione » arriva a questa conclusione : « È chiaro<br />

dunque che l'atto di fede appartiene materialmente alla religione,<br />

come anche gli atti delle altre virtù; anzi vi appartiene di più, poiché<br />

l'atto di fede è il primo movimento <strong>della</strong> mente verso Dio... Inoltre,<br />

la fede ha rapporto con la religione in quanto la fede è la causa<br />

e il principio <strong>della</strong> religione. Nessuno, infatti, renderebbe culto<br />

a Dio se non credesse che Dio è creatore, provvidenza e rimuneratore<br />

degli atti umani » 9 . Si riconosce, a proposito <strong>della</strong> fede in<br />

specie, la dottrina di S. Tommaso intorno alle relazioni tra virtù<br />

teologali e virtù di religione. Ciò vale ancora più <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong><br />

in specie, perché questa, in quanto include il culto, è il sommo esercizio<br />

<strong>della</strong> religione. La fede è dunque in primo luogo presupposto<br />

e principio <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> perché è nell'uomo la prima fase di quel<br />

movimento verso Dio che, nell'atto liturgico, si compie come incontro<br />

del creatore e <strong>della</strong> creatura. Ma nella <strong>liturgia</strong>, in modo più<br />

particolare, la fede è anche materia di cui si serve la virtù di religione<br />

attiva nel culto, in quanto nell'atto liturgico la virtù di religione<br />

offre a Dio gli atti di fede come omaggio a Lui dovuto quale<br />

creatore e provvidenza.<br />

8 In Boethii De Trinitate, Lect I q. 1 a 2 (alias 11), ed. Marietti, Opuscula<br />

theologica II 345.<br />

16 - <strong>Il</strong> <strong>senso</strong> <strong>teologico</strong>...

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