TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

636 CAP. XXI - LITURGIA E SPIRITUALITÀ
e anche psicologicamente plenaria al sacrificio comunitario della
messa. Ciò facendo il missionario edifica la Chiesa contribuendo
per parte sua a condurla alla pienezza dell'età di Cristo nell'azione
liturgica.
Considerando la cosa sotto l'aspetto della tendenza alla perfezione
del missionario stesso, si dirà che egli si dà alla sua azione
missionaria come al compimento dei doveri del proprio stato che
gli competono nella vigna del Signore, in vista di poter vivere plenariamente
l'incontro con Dio nell'azione liturgica, principalmente nel
sacrifìcio della messa. Sotto un altro aspetto si dirà ancora che
il missionario, avendo vissuto l'incontro con il Signore nell'azione
liturgica, specialmente della messa, si dà conseguentemente all'azione
missionaria per adempiere alle esigenze che comporta la vita
liturgica: adempiere con generosità ai doveri del proprio stato e
partecipare agli altri, secondo la propria vocazione, i tesori di vita
che Dio ci ha mostrati e ci ha fatti vivere nell'azione liturgica. Così,
e in tutti i modi, l'azione liturgica, massimamente la messa, pur
non diminuendo in niente la molteplice attività extraliturgica del
missionario, ma anzi potenziandola al massimo, perché le dà una
incomparabile chiarezza e unità d'intenti assieme ad un potente
dinamismo soprannaturale di realizzazione, domina qualitativamente
e plasma di se stessa tutta la sua vita unificandone ed animandone
i diversi ingranaggi. In questo senso tutta la sua vita è una vita
liturgica; intendiamo qualitativamente liturgica. Quanto si è detto
dell'attività extraliturgica del missionario vale altrettanto di tutte
le altre attività extraliturgiche nella Chiesa sia della gerarchia come
tale che dei singoli fedeli.
In tutto questo niente di straordinario. Tutta l'attività della
Chiesa senza eccezione è diretta alla santificazione delle anime nel
contatto, almeno in voto, con i sacramenti. Tuttavia, sebbene santificazione
e culto siano inscindibili, la santificazione stessa è ordinata
al culto di Dio e non inversamente. Il sommo culto di Dio, sia della
Chiesa come tale sia dei singoli individui, avviene nella liturgia,
massimamente nella messa, supponendo sempre la piena sintonia
morale del soggetto. Tutto, dunque, nella Chiesa è ordinato alla
liturgia, principalmente alla messa.
Inoltre, nessuna attività ha valore soprannaturale senza là grazia.
Ma, come, insieme col catechismo del concilio Tridentino, abbiamo
spiegato a suo luogo a proposito della messa centro della liturgia,
ogni grazia deriva dall'eucaristia sacrificio e sacramento, come
i singoli ruscelli dimanano dalla loro comune sorgente. Tutta l'attività
soprannaturale del mondo deriva dunque dalla liturgia, massimamente
dalla messa ed è diretta alla liturgia, massimamente alla
messa. La spiritualità liturgica, centrando tutta la vita cristiana e
la tendenza alla perfezione sulla liturgia, non fa altro che prendere
coscienza di questo fatto e sforzarsi di vivere in conseguenza.
Che poi questo modo di vedere le cose non abbia piccole conseguenze
anche molto pratiche fin nello spirito e nel metodo con il