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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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740 CAP. XXII - S. GERTRUDE E SPIRITUALITÀ LITURGICA<br />

« Una sera, quando stavo per andare a letto, mentre inchinata in ginocchio<br />

pregavo, mi venne subitamente alla memoria quel passo evangelico: "Se qualcuno<br />

mi ama osserverà le mie parole, e il mio Padre lo amerà e verremo in<br />

lui e faremo in lui la nostra dimora" (Gv 14,23). E all'interno, il mio cuore di<br />

fango sentì che ti eri fatto presente... Da quel momento, mio Dio, ti sei mostrato,<br />

ora più sereno, ora più severo a seconda <strong>della</strong> mia vita o più castigata<br />

o più negletta... Nonostante le mie divagazioni di mente e i piaceri inconsistenti<br />

in cui presi diletto, quando, dopo alcune ore, o purtroppo, alcuni giorni,<br />

o anche, lo temo, alcune settimane, ritornai al mio cuore, sempre ti ci ho ritrovato,<br />

di modo che non potei mai fornirmi il pretesto che tu ti sia ritirato da<br />

me nemmeno per un attimo, da quel momento fino a oggi che corre il nono<br />

anno, eccettuato una volta, per undici giorni, prima <strong>della</strong> festa di S. Giovanni<br />

Battista. <strong>Il</strong> che mi avvenne per aver avuto una conversazione mondana, come<br />

mi pare, un giovedì, e durò fino al lunedì che era la vigilia di S. Giovanni<br />

Battista, durante la messa Ne timeas Zacharia » 139 .<br />

Un'altra volta, durante la massima parte del venerdì santo e<br />

tutto il sabato santo, fu come in estasi continua. La sua confidente<br />

così riferisce la cosa:<br />

« Non stimo dovere passare sotto silenzio che Gertrude teneva stretto il<br />

ricordo <strong>della</strong> dolcissima passione di Cristo con somma devozione e così ardentemente<br />

e continuamente che sembrava quasi ruminarlo come se fosse miele<br />

nella sua bocca, canto nei suoi orecchi e giubilo nel suo cuore. Nel giorno santissimo<br />

del venerdì santo, una volta, sentendo il suono <strong>della</strong> tavoletta per il<br />

completorio, commossa fino alle midolla di tutte le forze del suo cuore, come<br />

se presentisse che stavano per annunziarle l'agonia del suo unico, fedelissimo<br />

e carissimo amico, e come se andasse in fretta per assistere anelante alla sua<br />

morte, con tutte le sue forze si raccoglieva nel suo intimo per ricordare la<br />

passione del Signore e per ripagare con compassione di fedelissimo amore il<br />

suo diletto che aveva sofferto per lei. E così per tutto quel giorno e anche il<br />

sabato santo seguente, la sua anima era come conglutinata all'anima del suo<br />

diletto a tal punto che le sembrava difficilissimo di applicarsi a qualcosa con i<br />

sensi esterni, eccettuate solo quelle mansioni che faceva per carità, per le quali<br />

si prestava senza nessuna esitazione e in ogni occasione... Passando la massima<br />

parte di quel santissimo giorno e del sabato seguente quasi fuori dei sensi,<br />

spessissimo rimase anche così rapita sopra gli stessi, che poi non potè mettere<br />

alla portata dell'umano intelletto mediante nessuna immagine niente di quello<br />

che le fu dato di penetrare dalla mutua familiarità con il diletto dolcemente<br />

a lei stretto in sì forte unione e per la forza del mutuo amore, inseparabilmente<br />

unito a lei come due liquidi fusi insieme. Questo non è segno d'imperfezione<br />

ma di somma perfezione, come attesta Bernardo nel suo commento alla Cantica,<br />

quando intorno a quelle parole: murenulas aureas faciemus Ubi (Cn 1,10) dice:<br />

"quando per virtù divina, qualcosa splende alla mente, al di sopra dello spirito,<br />

subitamente e come nella rapidità di un lampo, allora, per temperarne un simile<br />

splendore e per l'uso dell'insegnamento, vi si accompagnano subito delle<br />

immagini di cose inferiori, infuse da Dio e contemperate ai sensi, per mezzo delle<br />

quali quel purissimo e splendidissimo raggio di verità venga in qualche modo<br />

temperato e sia più tollerabile all'anima stessa che possa anche più facilmente<br />

comunicarlo a chi vuole...". Così Bernardo. Dunque non si deve stimare grazia<br />

minore quella che Dio per se stesso si degna influire nell'anima e conserva pura<br />

e senza fantasmi d'immagini corporee tra l'anima e Lui solo, come sotto il sigillo<br />

di una più intima amicizia » 140 .<br />

139 II 3 p. 63 s.<br />

"o IV 25. Nota p. 381 s.

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