TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

664 CAP. XXI - LITURGIA E SPIRITUALITÀ
carità verso il prossimo e delle altre virtù morali nella vita pratica.
Questo per diversi motivi. Anzitutto, per cominciare dal più
generico, perché la liturgia tiene continuamente presente dinanzi
agli occhi quello che si può chiamare il quadro generale completo
della situazione religiosa dell'uomo nel giusto equilibrio della rispettiva
parte che vi spetta all'uomo e a Dio : creazione, elevazione, paradiso
terrestre, caduta, natura corrotta, peccato, novissimi, diavolo,
debolezza dell'uomo, necessità della grazia, restaurazione solo in
Cristo, scopo della vita cristiana: rivestire Cristo, imitare Cristo, per
ipsum, cum ipso et in ipso, comunione dei santi, senso comunitario
e coscienza acuta del corpo mistico di Cristo. E in tutto questo:
necessità della cooperazione e dello sforzo ascetico. Nel quale sforzo
il fedele è così sempre avvertito che non approderebbe a nulla se
non si appoggiasse a Cristo e non fosse semplicemente un atomo,
sebbene cosciente e libero, trascinato nella grande corrente di vita
divina che da Cristo scende al mondo e dal mondo per Cristo sale
a Dio. Questa visione è apportatrice di forza dinamica nella vita
e nello sforzo perché è apportatrice di certezza e di ottimismo: la
certezza della speranza e l'ottimismo della nostra partecipazione
comunitaria alla vittoria di Cristo.
In secondo luogo, la liturgia, anche psicologicamente, è piena
di forza moralizzatrice della vita anche extraliturgica, perché, incessantemente,
fa presente la necessità dello sforzo ascetico nella pratica
delle virtù in tutta la vita, vi incita ovunque, prega ovunque Dio di
darne la forza per realizzarlo. E questo la liturgia lo fa considerando
la pratica della virtù in tutta la vita sia come necessaria preparazione
per una degna partecipazione alla liturgia, sia come necessaria conseguenza
di avervi preso parte.
Questa che si può chiamare la catechesi psicologico-moralizzatrice
della liturgia, non è cosa che abbia in essa poco rilievo, come
prova il fatto fondamentale già spiegato della dimensione morale ed
impegnativa di ogni segno liturgico. In particolare: i periodi prefestivi,
anzitutto la quaresima, l'avvento e le vigilie, hanno per scopo
eminente la preparazione morale della vita del cristiano in vista
della celebrazione degna della prossima festa. Il tema delle buone
opere da compiere vi è quindi sempre in forte rilievo. Uno dei grandi
temi dei postcommunio è la preghiera a Dio che la partecipazione
al sacramento, or ora avvenuta, frutti ai fedeli una vita virtuosa
corrispondente alle esigenze dell'essere cristiano, per poter felicemente
arrivare un giorno al fine della vita nella visione beata.
Un altro grande tema, in specie della liturgia dei santi, è quello
dell'imitazione delle loro virtù e dei loro lavori per la causa di Dio 40 .
io per questi temi vedi, per es., seconda domenica d'avvento: orazione;
prima messa di Natale: postcommunio; seconda messa di Natale: orazione; lunedì
santo: segreta; martedì di Pasqua: orazione; giovedì di Pasqua: orazione;
venerdì di Pasqua: orazione; domenica in albis: orazione; festa di S. Francesco
Saverio, 3 Dicembre: orazione; S. Raimondo di Penafort, 23 Gennaio: orazione;
S. Giovanni Bosco, 31 Gennaio: orazione.