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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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670 CAP. XXI - LITURGIA E SPIRITUALITÀ<br />

4. VITA MISTICA E SPIRITUALITÀ LITURGICA<br />

Non vi è spiritualità come dottrina completa del modo di tendere<br />

alla perfezione cristiana, che non debba occuparsi dell'aspetto mistico<br />

che questa tendenza riveste o può rivestire. Non è nostro compito<br />

esporre ex professo il concetto di mistica e la sua parte specifica<br />

nello sviluppo <strong>della</strong> vita cristiana. Lasciando da parte, o accennando<br />

appena, se occorre, alle questioni discusse tra gli stessi teologi<br />

cattolici in questo campo, basta per noi partire dai punti accettati<br />

da tutti e chiarire le questioni che pongono in spiritualità liturgica.<br />

Richiamo di alcuni punti di dottrina intorno alla vita mistica<br />

Questi punti sono principalmente i seguenti. L'essenza dell'atto<br />

mistico come atto soprannaturale di amorosa conoscenza di Dio<br />

(contemplazione), trascende le forze nonché il modo ordinario di agire<br />

dell'uomo anche aiutato dalla grazia, è d'ordine più istintivo o di<br />

semplice intuizione che discorsivo e in esso l'uomo è — ed, in un<br />

certo modo, si sente — psicologicamente più passivo che attivo, nel<br />

<strong>senso</strong> che nello stesso gli viene risparmiata la fatica dell'atto. Si potrebbe<br />

anche dire che l'atto mistico è un atto infuso di conoscenza ed<br />

amore di Dio d'ordine più intuitivo che discorsivo e più passivo che<br />

attivo, e, in un certo modo, psicologicamente percepito come tale<br />

(contemplazione infusa).<br />

<strong>Il</strong> secondo punto da ricordarsi è la diversità dei gradi di contemplazione<br />

infusa o degli atti mistici. Per descriverli nei particolari,<br />

oggi, generalmente, si prendono come base le descrizioni che fece Santa<br />

Teresa, da un punto di vista psicologico, delle sue personali esperienze,<br />

completate per lo più da alcune osservazioni di S. Giovanni <strong>della</strong><br />

Croce. Ma mentre, secondo le descrizioni dei mistici, sono assai chiare<br />

le caratteristiche dell'inizio <strong>della</strong> contemplazione infusa ed è certo<br />

il fatto generale dell'esistenza in essa di gradi diversi d'intensità e<br />

perfezione, è assai meno certa la questione dei singoli gradi in particolare,<br />

delle loro note distintive, <strong>della</strong> loro rispettiva perfezione e<br />

del loro ordine di successione. In questo campo S. Teresa non pretende<br />

altro che descrivere la sua personale esperienza e noi siamo<br />

naturalmente tentati di prenderla per punto di riferimento universale<br />

a causa delle meravigliose e non facilmente superate descrizioni<br />

psicologiche che la santa ce ne ha lasciate e per le quali le ha messe<br />

in qualche modo a nostra portata. Ma è spesso difficilissimo, appena<br />

si entra nei particolari, ridurre agli schemi di S. Teresa quello che<br />

gli altri mistici ci hanno detto delle loro esperienze; e non pare che<br />

l'unico motivo sia perché questi altri non abbiano saputo darcene una<br />

descrizione psicologica altrettanto precisa, ma anche perché gli schemi

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