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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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500 CAP. XVI - FEDE E LITURGIA<br />

che, dalla sola <strong>liturgia</strong>, non si arriva a conoscere con sufficiente chiarezza<br />

ciò che il magistero propone come di fede e ciò che non propone<br />

come tale, ma che bisogna ricorrere ad altre vie.<br />

Vuol dire che la proposizione di fede divina e cattolica di un<br />

dogma non avviene la prima volta per sola via liturgica e che ogni<br />

volta che la <strong>liturgia</strong> implica un tale dogma, questo, prima di fare<br />

come tale la sua apparizione nella <strong>liturgia</strong> è stato proposto dal magistero<br />

per altre vie extraliturgiche.<br />

In questi casi la <strong>liturgia</strong> è un'espressione di natura propria <strong>della</strong><br />

fede divina e cattolica già proposta dal magistero ed accettata<br />

dai fedeli, la segue, la fa vivere e la corrobora nei credenti.<br />

L'importanza <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> nel processo esplicitativo dei dogmi<br />

Ma anche nel caso che la <strong>liturgia</strong> contenga elementi e dottrine<br />

proposte con un grado autoritativo inferiore al dogma, la sua relazione<br />

con la fede propriamente detta: la fede divina in genere, anzi,<br />

la fede divina e cattolica, è molto stretta e degna di considerazione.<br />

In questi casi, cioè, si può dire, in un <strong>senso</strong> verissimo, che la <strong>liturgia</strong><br />

precede la fede divina e cattolica e, in qualche modo, la genera.<br />

È una conoscenza più precisa dell'evoluzione dei dogmi che ci<br />

permette oggi di comprendere meglio quest'importante aspetto delle<br />

relazioni tra <strong>liturgia</strong> e fede. La <strong>liturgia</strong> è una delle principali<br />

occasioni dell'evoluzione dei dogmi com'è ammessa dalla dottrina<br />

cattolica. È questa l'anima di verità che era contenuta nell'interpretazione<br />

modernista del principio: lex orandi, lex credendi. Come<br />

e in che <strong>senso</strong>?<br />

Per comprendere a fondo questo fatto bisognerebbe entrare<br />

nei particolari teologici che spiegano il processo evolutivo per cui<br />

semplici dottrine, prima più o meno diffuse nella Chiesa, arrivano<br />

ad essere dogmi formalmente proposti come tali. In specie, bisognerebbe<br />

chiarire nei particolari la parte che il cosiddetto <strong>senso</strong><br />

cristiano ha o può avere in questo processo. Infatti, è anzitutto<br />

mediante l'influsso che ha sul <strong>senso</strong> cristiano che la <strong>liturgia</strong> è un<br />

potente fattore occasionale dell'evoluzione dei dogmi. Senza entrare<br />

nei particolari delle discussioni alle quali questa materia dà luogo<br />

tra i teologi, mi pare si possano fare in proposito le seguenti<br />

osservazioni.<br />

Ricordiamoci anzitutto che, secondo la dottrina cattolica, la fede<br />

divina in genere è un'adesione dell'intelletto a una verità, data formalmente<br />

a causa dell'autorità di Dio che l'ha rivelata. L'elemento<br />

formale o determinante in essa è che quella adesione sia intrinsecamente<br />

determinata come da causa formale in ultima analisi da<br />

nient'altro che dall'autorità di Dio che rivela. Come l'atto di visione<br />

dell'occhio è intrinsecamente e formalmente attuato dalla percezione<br />

<strong>della</strong> luce e da nient'altro — voler vedere, aprire le palpebre, avere

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