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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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IL SENSO DEGLI ESORCISMI 385<br />

Per questo segno <strong>della</strong> santa Croce che noi poniamo sulle loro fronti<br />

e che tu, maledetto diavolo, non osar mai violare » 6S .<br />

È specialmente dinanzi agli esorcismi che il nostro moderno<br />

naturalismo prova imbarazzo. <strong>Il</strong> Righetti cerca di cavarsela citando<br />

un passo del Duchesne : « Era viva in quei secoli la preoccupazione<br />

degli spiriti malvagi, del loro potere e <strong>della</strong> necessità di affrancarne<br />

non soltanto le anime, ma i corpi e la natura stessa animata o inorganica.<br />

Si credeva che ogni oggetto sul quale non fosse energicamente<br />

invocato il nome di Gesù Cristo, fosse sottoposto all'azione del demonio<br />

e capace di trasmetterla. Per questo si moltiplicavano gli esorcismi<br />

sui candidati al battesimo... Simile incubo può sembrarci strano,<br />

ma ebbe un tempo grande importanza ed ha lasciato tracce troppo<br />

evidenti nella <strong>liturgia</strong> dai tempi antichi ai nostri giorni, perché possa<br />

essere dimenticato » 66 . L'ultima frase del Duchesne interpreta dunque<br />

tutto come un « incubo » antidemonista e antispiritista di cui,<br />

per errore popolare, furono vittima quei secoli e di cui numerose<br />

tracce sono conservate dall'odierna <strong>liturgia</strong> per forza d'inerzia.<br />

Spero di aver dimostrato che simile modo di spiegare le cose è<br />

troppo semplice e sbrigativo. Bisogna invece dire, a mio parere, che<br />

era giustissima la viva preoccupazione che ebbero quei secoli degli<br />

spiriti malvagi, del loro potere e <strong>della</strong> necessità di affrancarne non<br />

soltanto le anime, ma i corpi e la natura stessa animata o inorganica.<br />

E che si faceva bene a credere che ogni oggetto, sul quale non è<br />

energicamente (!) invocato il nome di Gesù Cristo, è sottoposto alla<br />

azione del demonio e capace di trasmetterla. Diversamente sarebbe<br />

una favola quanto ci dice la rivelazione sulla stato paradisiaco, sulla<br />

caduta dell'uomo, il peccato originale e le sue conseguenze, tra le<br />

quali, la schiavitù dell'uomo e del mondo sotto Satana, e sulla redenzione<br />

di Cristo come lotta contro Satana e liberazione nostra e del<br />

mondo dalla stessa schiavitù.<br />

Giova ripeterlo: se nel modo di vedere degli antichi e quindi<br />

<strong>della</strong> <strong>liturgia</strong>, vi era o vi è qualcosa d'imperfetto e che poteva o può<br />

dar luogo a esagerazioni e incubi ingiustificati, questo non è nel<br />

fatto che credevano al potere degli spiriti malvagi, alla necessità di<br />

affrancarne non solo le anime ma anche i corpi e la stessa natura<br />

animata o inorganica; e nemmeno nel fatto che si ammetteva ch«<br />

ogni oggetto sul quale non è invocato il nome di Gesù sia sottoposte<br />

all'azione del demonio e sia capace di trasmetterla; ma semplicemente<br />

nel fatto che nei testi antichi, parecchi dei quali tuttora<br />

in uso, rimane indeterminato, perché non si pone nemmeno la questione,<br />

se l'influsso del demonio si eserciti per vie e processi che,<br />

alla luce <strong>della</strong> filosofia e delle scienze sperimentali, sono « naturali »<br />

oppure non semplicemente « naturali »; e quindi rimane indeterminato<br />

fino a qual punto si tratti di vere e proprie possessioni nel <strong>senso</strong><br />

odierno.<br />

65 Gelasiano, ed. Mohlberg n. 292.<br />

ae Citato dal RIGHETTI, IV 44, con riferimento a: Storia <strong>della</strong> chiesa antica<br />

III p. 120.<br />

13 - <strong>Il</strong> <strong>senso</strong> <strong>teologico</strong>...

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