TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

204 CAP. VII - MOVIMENTO CRISTOLOGICO-TRINITARIO
anche eredi, eredi di Dio, coeredi di Cristo » (Rm 8,3-17). « Quando
venne la pienezza dèi tempi, Dio mandò suo Figlio nato di donna,
nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge e
far che noi ricevessimo l'adozione di figli. E perché siete figli mandò
Dio lo Spirito del suo Figlio nei vostri cuori il quale grida:
Abba, Padre » (Gal 4,4-6). « O non sapete che il vostro corpo è tempio
dello Spirito Santo che è in voi, che avete da Dio? E non siete di
voi stessi, perché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate
dunque Iddio nel vostro corpo » (1 Cor 6,19-20).
Non meno spesso si ritrova lo schema coi soli tre termini
a, per, in (vedi per es. Ef 4,4-7; Rm 8,3-4; 15,15 s; 1 Cor 12,4-6;
2 Cor 1,21 s; 13,13). Più frequentemente ancora, naturalmente, la formula,
a, per, in, ad si ritrova in due soli dei suoi membri o anche
in uno, quando, per esempio, in un contesto in cui si parla della sola
prima persona sia col nome di Padre sia col nome di Dio — secondo
la nota tendenza del Nuovo Testamento di riservare il nome
Dio alla prima persona 10 — egli viene presentato come l'origine
fontale o come il fine ultimo di tutta l'economia ad extra 11 ; similmente
del Figlio incarnato in quanto alla formula per o all'idea ivi
contenuta e dello Spirito Santo in quanto, all'idea espressa dall'in.
Nei passi citati S. Paolo scrive queste formule per incidenza e
senza nessuna spiegazione, ciò che dimostra quanto^chiara e comune
tra i fedeli primitivi, già prima che fossero scritti i vangeli, fosse
la visuale cristologico-trinitaria. È questo un fatto confermatoN dalla
catechesi primitiva come è riferita nei discorsi degli atti degli Apostoli
(vedi per es., At 2,32 s; 5,30-32; 15,7-11).
Naturalmente, lo ripetiamo, questo modo di vedere le cose
pone alla riflessione teologica ulteriore una serie di questioni punto
facili. Sarebbe ingenuo credere che basti porsi risolutamente nell'angolo
visuale del Nuovo Testamento, perché dinanzi al nostro
ragionamento discorsivo si dileguino le difficoltà del mistero.
Tanto per accennare a queste difficoltà, è vero che non pare
affatto necessario, teologicamente parlando, spiegare la formula
a, per, in, ad, riducendola puramente e semplicemente a* quello che
in teologia trinitaria si chiama un'appropriazione, come molti teologi
V1 credono di dover fare, troppo superficialmente ci sembra.
Ci si può accontentare di interpretare là formula in senso puramente
appropriativo solo per quel tanto che in esso si esprime
di causalità efficiente delle persone nel mondo. Si può invece conservarle
un valore largamente personalistico per quanto riguarda
in specie le relazioni — sempre reali da parte della creatura, ma
10 Vedi, per esempio, Col 3,16-17; 1 Tm 2,5 da paragonare con 1 Cor 8,4-6;
Rm 1,8-10; 8,14 s; 8,35 da paragonare con 1 Gv 2,1 e con Eb 7,25; Gal 4,6; 1 Cor 1,3;
Col 1.3; ÌPt 1,3.
11 Vedi, per esempio, Rm 3,21-26; 5,8-11; 8,26-30; 2 Cor 5,18-19; Gal 4,4-7;
Ef 1,3-14; 2,4-10; Tt 2,11-14.
12 Per esempio, P. GALTIER, Le S. Esprit en nous d'après les Pères grecs,
Roma 1946; L'habitation en nous des trois personnes divines, 2* ed. Roma 1950.