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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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SOSPENSIONE DEI SENSI E LITURGIA 689<br />

loro raffinatezza psicologica e per il fatto che si riferiscono tanto<br />

all'unione permanente del matrimonio spirituale 81 , quanto a uno<br />

stato anteriore 8S .<br />

Del resto si è visto sopra l'affermazione molto esplicita di Santa<br />

Teresa intorno alla possibilità di dedicarsi normalmente ad affari<br />

esteriori nonostante la sospensione delle potenze nell'orazione di<br />

quiete e del sonno mistico. Se tale possibilità esiste nel riguardo<br />

di affari esteriori anche profani, quanto più, possiamo dire, è possibile<br />

quando si bratta <strong>della</strong> partecipazione attiva all'azione liturgica! 8C .<br />

81 Lettere di coscienza, ed. Janet I 360.<br />

85 Essa descrive il proprio stato mentre si trovava nel frastuono dei facchini,<br />

dei carrettieri e delle occupazioni di sovrintendente a una azienda di<br />

trasporti fluviali. In mezzo a tutto questo « sperimentavo che nostro Signore<br />

voleva che fossi così impegnata, ed Egli leniva il mio dolore con il ricordo<br />

delle sue parole: il mio giogo è dolce e il mio fardello soave (Mt 13,11). Poi<br />

infondeva nella mia anima l'effetto e l'efficacia di queste divine parole, ciò che<br />

calmava il mio dolore e faceva percorrere all'anima le sue vie tra le cose più<br />

grossolane e materiali nelle quali il corpo era applicato, mentre lo spirito era<br />

legato al superadorabile Verbo Incarnato. Se l'orologio suona, l'anima è costretta<br />

a contare sulle dita, perché questo intervallo di contare, pur per necessità,<br />

interrompe il suo colloquio amoroso con l'Amato. Se è necessario parlare<br />

al prossimo, lo sguardo dell'anima non esce da Colui che ama; quando<br />

il prossimo risponde, il suo colloquio ricomincia e l'attenzione a quello che è<br />

necessario non le toglie la propria. Lo stesso accade nello scrivere in cui l'attenzione<br />

è doppia: al suo divino oggetto e alla cosa di cui tratta. Quando bisogna<br />

attingere inchiostro con la penna, questo tempo è prezioso, perché lo spirito<br />

e il cuore fanno il loro colloquio. Anche se tutti sono presenti niente può distrarla<br />

» (Relazione del 1654, ed. cit. II 230 s).<br />

86 Si può notare come fa H. BRÉMOND (Histoire littéraire du sentiment<br />

religieux en trance, VI p. 146 ss) a proposito appunto di Maria dell'Incarnazione,<br />

come la lettura attenta dei mistici dimostri quanto sia falsa l'opinione che dietro<br />

l'espressione « sospensione » dell'intelletto e <strong>della</strong> volontà sospetta nientemeno<br />

che una specie di vuoto, di sonno o insensibilità per mancanza di vita.<br />

È proprio il contrario che è vero: si tratta di una vita sotterranea sì e superiore,<br />

ma quanto mai reale ed intensa delle stesse potenze, al di là del discorso<br />

dell'intelletto e degli atti determinati ad oggetti singoli e precisi <strong>della</strong> volontà.<br />

Lo stesso deve dirsi dell'espressione « passività » delle potenze superiori,<br />

le quali nella contemplazione mistica sono sommamente attive; ma di un'attività<br />

che non è l'agitazione e lo sforzo del loro modo ordinario di agire, perché<br />

nella contemplazione mistica ricevono la loro azione, sebbene si tratti di un<br />

ricevere che è immensamente attivo.<br />

Quando l'intelletto e la volontà sono così « sospesi » non è affatto necessario<br />

che siano per questo incapaci di prestare il loro servizio ai sensi per il<br />

disimpegno esteriormente normale delle azioni esterne. Anzi « i sensi sono talmente<br />

liberi che l'anima, pervenuta a questo stato, vi può agire senza distrazione<br />

negli affari in cui la sua condizione l'impegna » (Ibid. 166). Allora l'occupazione<br />

esterna, sia pure profana, anziché impedire l'anima in quella unione<br />

che nel fondo di se stessa la lega a Dio, « la solleva, perché essendo i sensi<br />

occupati ed attratti, l'anima ne rimane più libera » (Ibid. 167). Ossia, come<br />

osserva lo stesso autore (Ibid.) « durante questa unione, il centro dell'anima non<br />

ha più la briga di dominare, di afferrare, le facoltà di superficie, sensibilità,<br />

intelligenza, queste essendo occupate in altri oggetti ». Quanto più, aggiungiamo<br />

ancora una volta, l'anima, mentre i sensi sono esternamente occupati, rimarrà<br />

più libera di darsi alla sua unione superiore con Dio, se gli oggetti sui quali<br />

i sensi sono occupati sono quelli <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong>!

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