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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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DIMENSIONI DEL SEGNO LITURGICO 83<br />

verso Dio basato sul riconoscimento <strong>della</strong> sua eccellenza. Esso è<br />

fatto di ammirazione, di stima, di onore, di preghiera, nonché di<br />

umiltà, e di protestazione di sottomissione, ciò che include pentimento<br />

e volontà di soddisfazione in caso di peccato. <strong>Il</strong> tutto è<br />

espressione <strong>della</strong> virtù di religione, con quanto essa implica, virtù<br />

che ci fa rendere a Dio tutto ciò che è a Lui dovuto in quanto precisamente<br />

è primo principio creatore e governatore delle cose.<br />

All'ordine <strong>della</strong> causalità materiale invisibile nella santificazione<br />

cristiana e nel culto cristiano appartiene, in primo luogo,, l'anima<br />

come soggetto soprasensibile <strong>della</strong> santificazione. Ma, si badi bene,<br />

non si tratta mai dell'anima individuale considerata separatamente<br />

dalla Chiesa, come società anche invisibile dei credenti in Cristo,<br />

ma dell'anima nella Chiesa. In questo <strong>senso</strong> si dice che è la Chiesa<br />

che nella <strong>liturgia</strong> è santificata, e nella Chiesa e per la Chiesa, le<br />

singole anime. In secondo luogo all'ordine <strong>della</strong> ' causalità materiale<br />

invisibile <strong>della</strong> <strong>liturgia</strong> appartengono le disposizioni morali necessarie<br />

nell'anima perché possa essere soggetto atto a ricevere la santificazione<br />

e a rendere il culto cristiano a Dio. E qui è necessario<br />

insistere. Nell'adulto il ricevere la santificazione e il rendere il culto<br />

a Dio è UH atto pienamente umano, quindi libero e morale, e non<br />

mai un atto puramente meccanico. Quando si dice che i sette sacramenti<br />

danno la grazia ex opere operato ciò significa sempre che<br />

la danno in tal modo a chi non vi pone ostacolo d'ordine morale,<br />

ostacolo che equivale alla mancanza di disposizioni morali, umane<br />

e libere, prerequisite. Senza queste disposizioni, niente effetto di<br />

grazia.<br />

È per questo che, contro tutte le incomprensioni protestanti<br />

e razionaliste in questo campo, la teologia cattolica non si stanca<br />

di ripetere che il processo in cui avviene la santificazione negli<br />

stessi sette sacramenti, pur trascendendo immensamente la possibilità<br />

dello sforzo morale del solo uomo, non ha niente a che fare<br />

col processo magico. Nel processo magico è l'uomo che, per via fisicomeccanica,<br />

crede di forzare una potenza divina e metterla a sua disposizione<br />

e questo indipendentemente dalle sue disposizioni morali<br />

verso quella potenza. Nei sacramenti, invece, l'uomo si sottomette<br />

moralmente alla volontà di Dio che ha stabilito di comunicare in<br />

tal modo la vita divina e accetta questo modo; e l'effetto <strong>della</strong> comunicazione<br />

<strong>della</strong> grazia nell'adulto è sempre condizionato alle sue<br />

disposizioni morali. Inoltre, a queste disposizioni morali è sempre<br />

condizionata, nell'adulto, la conservazione <strong>della</strong> santificazione ricevuta<br />

nel sacramento e, fintanto che egli vive quaggiù, rimane integra<br />

la possibilità <strong>della</strong> caduta per introduzione di disposizioni morali<br />

contrarie.<br />

Tra -le disposizioni morali <strong>della</strong> santificazione è da annoverare<br />

L'IMPEGNO MORALE PER L'AVVENIRE di vivere in modo corrispondente<br />

alle esigenze del nuovo modo di essere che si riceve nell'atto<br />

santificativo. Questo impegno è sempre più o meno esplicito nell'adulto<br />

che riceve la santificazione, appunto perché questa implica

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