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TEOLOGIA.RELIGIONE. Vagaggini C. - Il senso teologico della liturgia

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428 CAP. XIV - LITURGIA E SCRITTURA<br />

1. IL FONDAMENTO: IL CONCETTO DELL'UNITÀ<br />

DEI DUE TESTAMENTI E DELLA STORIA SACRA<br />

Si può così formulare la legge interpretativa <strong>della</strong> Scrittura nella<br />

<strong>liturgia</strong>: la <strong>liturgia</strong> legge la Scrittura alla luce del principio supremo<br />

dell'unità del mistero di Cristo, e dunque dei due testamenti e di tutta<br />

la storia sacra, unità organico-progressiva sotto il primato del "Nuovo<br />

Testamento sull'Antico e dèlie realtà escatologiche sulla realtà <strong>della</strong><br />

economia attuale.<br />

Per capire la portata di questa legge bisogna rifarsi nuovamente<br />

al primo capitolo e specialmente a quello specchietto in cui sono state<br />

tracciate le diverse fasi del mistero di Cristo e rendersi conto <strong>della</strong><br />

profonda unità che lega queste fasi tra loro. Questa unità intrinseca<br />

dipende dal fatto che la storia, incentrata in Cristo, è tutta nelle mani<br />

di un unico onnipossente regista, Dio, che, impugnandone saldamente<br />

i fili, pur nell'assoluto rispetto <strong>della</strong> libertà umana, ne dirige infallibilmente<br />

il corso, sia generale che dei minimi particolari, ad un fine<br />

unico e preciso : la costituzione <strong>della</strong> Gerusalemme celeste dei redenti<br />

in Cristo assieme agli angeli fedeli.<br />

Nello svolgimento storico di questo piano nulla sfugge al supremo<br />

intento di Dio: le fasi che si susseguono sono tutte realizzazioni<br />

e concretizzazioni di una stessa idea suprema; avvicinamenti sempre<br />

più perfetti a un unico ideale, perché Colui che le realizza, non le<br />

lascia susseguirsi caoticamente, ma ordinatamente, tenendo sempre di<br />

mira tutto l'insieme e l'ultima meta. Così, tra queste fasi, vi è un<br />

nesso intrinseco: ognuna prepara ed annunzia la seguente e ne è<br />

come una prima realizzazione imperfetta, un primo abbozzo, mentre<br />

tutte si compiono in modo perfettissimo nell'ultima, meta generale<br />

verso cui tendono.<br />

E poiché tutte le fasi non sono altro che una realizzazione sempre<br />

più perfetta dell'unico mistero di Cristo, ognuna delle realtà<br />

in cui si concretizza successivamente questo mistero, oltre ad essere<br />

e significare quello che è in se stessa, ha anche un <strong>senso</strong> funzionale<br />

verso qualcosa d'altro al di là di se stessa e che è come la meta<br />

futura cui tende, per realizzare sempre più perfettamente quell'idea<br />

di Dio <strong>della</strong> quale essa stessa è una parziale concretizzazione. <strong>Il</strong><br />

delle letture scritturistiche <strong>della</strong> messa, spesso in concordanza con le letture dell'ufficio,<br />

specialmente nelle feste e nel periodo pasquale. Ma più spesso prevalse,<br />

specialmente sotto l'influsso monastico, il sistema <strong>della</strong> cosiddetta lectio continua,<br />

ossia il concetto di leggere nel giro d'un anno, nell'ufficio specialmente, i<br />

brani <strong>della</strong> Scrittura nell'ordine che si susseguono nella raccolta dei libri sacri.<br />

Lo stato odierno dell'uso <strong>della</strong> bibbia nella <strong>liturgia</strong> romana deriva da questi<br />

antecedenti storici. Da un punto di vista più descrittivo, vedi P. JOUNEL, La Bible<br />

dans la liturgie, in: Parole de Dieu et liturgie (Congresso di Strasburgo), Paris<br />

1958 pp. 17-50.

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